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Gimme Shelter

Regia di Albert Maysles, David Maysles vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Gimme Shelter

di hallorann
8 stelle

Dammi sicurezza, dammi protezione è la traduzione della canzone e del documentario girato dai fratelli Maysles ad Altamont nel dicembre 1969. Titolo paradossale per la Woodstock nera, l’epitaffio di un’epoca che si chiuse tragicamente con la morte di uno spettatore, ma andiamo con ordine.

 

 Il live di Altamont fu un concerto gratuito che portò nella località californiana 300.000 persone, i promotori furono i Rolling Stones ma gli organizzatori diedero la protezione del palco agli Hells Angels, degli squadristi travestiti da motociclisti. Visionando le diverse versioni del doc si può tranquillamente avere un quadro lucido e oggettivo degli anni: la libertà assoluta, spettatori adoranti e rapiti dalla musica davvero sensuale di tutti, in primis dei Rolling; tanti bei volti, sinceri, magari strafatti ma autentici contrapposti ai brutti ceffi del servizio d’ordine. Questi ultimi diedero il peggio fin dalle prime ore del concerto, giravano con le loro grosse motociclette, sbronzi o con fare arrogante presero il sopravvento picchiando spettatori con stecche da biliardo, strattonando e replicando a muso duro agli inviti dei Jefferson Airplane di stare calmi e non provocare. La loro breve performance, infatti, si interruppe quasi subito. Il palco era un viavai delirante che, dopo la eroticissima esibizione di Ike & Tina Turner, ebbe compimento con l’arrivo delle star della serata. Le prime canzoni scivolarono senza intoppi, da Jumpin’ Jack Flash, Satisfaction fino all’ipnotica Love in vain - montata a ralenti ad hoc. Poi con Honky Tonk Men cominciarono le interruzioni, dovute alle intemperanze del pubblico aizzato dagli HA perché osavano sfiorare i loro chooper (si saprà in seguito), a fan impazziti che salivano o che tentavano di salire sul palco. Jagger e company (con una nota a margine per il sottovalutato Mick Taylor, ottimo chitarrista), da grandi professionisti diedero il massimo nonostante tutto ciò che accadeva intorno e sotto i loro occhi. I richiami del front leader e di Richard non servirono a niente. Il delirio – preceduto, per paradosso, da un cerchiamo di arrivare a fine concerto sani e salvi - culminò durante Under my thumb: un Hells accoltellò Meredith Hunter, reo di brandire una pistola. Erroneamente il delitto venne attribuito alla potenza maligna e persuasiva di Sympathy for the devil, sei lunghi minuti di capolavoro rock blues al sapore di zolfo. E per sei anni non la suonarono più nei concerti.

 

locandina

Gimme Shelter (1970): locandina

 

Il film documentario narra in modo parallelo l’organizzazione dell’evento - chiusura del trionfale tour degli Stones in America; di seguito vediamo il gruppo inglese in moviola rivivere quei momenti salienti: un’intervista in cui fanno proclami positivi per il concerto, Radio Ksan di San Francisco che dà voce a uno degli organizzatori Sam Cutler e Sonny Barger degli Hells, Charlie Watts e Mike Jagger ascoltano allibiti le loro dichiarazioni di discolpa, l’avvocato Mel Belli appare nelle vesti di legale dei cinque: prende contatti con autorità e proprietari vari. Le riprese aeree testimoniano la portata dell’evento nell’autodromo di Altamont, con fiumane di gente e auto, le immagini festanti ricordano il recentissimo Woodstock, un microcosmo in cui si danza, si fa l’amore, ci si droga, si nasce e si muore come nella vita. I sentori di quanto stava accadendo giungono all’esterno, lo commentano Jerry Garcia dei Grateful Dead con uno dei Jefferson. Alla moviola lo stupore degli Stones pare quasi una excusatio non petita, accusatio manifesta. Magari erano pure sinceri, lo spettacolo doveva andare avanti nonostante le risse e le follie descritte sopra. Sta di fatto che il film concerto GIMME SHELTER si chiude con il ricovero di Hunter, le lacrime della ragazza, la partenza dei Rolling e il fermo immagine sul volto sconfitto di Jagger in moviola.

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