Regia di Claude Miller vedi scheda film
Voto 9. Film non facile, ma decisamente riuscito. Il tema centrale è, di fatto, il cosiddetto amore materno. Veniamo a conoscere tre donne, tre madri, stupendamente incarnate da Mathilde Seigner, Sandrine Kiberlain e una straordinaria quanto sciroccata Nicole Garcia. La prima ha un figlio, frutto indesirato di un periodo “movimentato” della sua vita, la seconda perde il suo, che cade incidentalmente dalla finestra di casa (la citazione da “L’argent de poche” di Truffaut è evidente, anche se lì Gregory si limitava a “fare boom”, mentre qui il bambino muore, lì inseguiva un gatto, qui tenta di acciuffare un uccellino), la terza è la madre della seconda, un caso clinico da manuale. Non mi inoltro nella trama, piena di risvolti inattesi, di figure umane e credibili. Miller suddivide il suo film in una serie di capitoli, che sono la “storia di…” uno dei personaggi, senza perdere mai il suo filo narrativo. Gli attori: Sandrine Kiberlain, magra, bionda, non bellissima, ma bravissima, si conferma come una certezza del cinema francese; Mathilde Seigner non ha bisogno di alcuna conferma, ma affronta qui un ruolo insolito per lei, quello di una ragazza ancora adolescente, libertina, ma soprattutto mamma per caso; infine, c’è la prova straordinaria di Nicole Garcia, madre fuori di testa, egocentrica e inarrestabile. Anche la colonna sonora fa la sua parte: un pianoforte, ora classico, ora jazz, sempre caloroso e sempre al momento giusto. Per quel che mi riguarda, Claude Miller è uno di quei registi che fanno sempre centro. Eccone un esempio che consiglio vivamente.
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