Regia di Damiano Damiani vedi scheda film
Vagamente arrangiato, senza una reale ragion d’essere, dall’impostazione teneramente fuori tempo ma anche irrimediabilmente fuori luogo (nonché fortemente teatrale), è a tutt’oggi l’ultimo film (e penso resterà tale) di Damiano Damiani, che almeno non lascia come ultimo esempio del proprio mestiere quell’attentato di Alex l’ariete. Tratto dal romanzo dell’autore argentino Marco Denevì, è una specie di celebrazione della recitazione come esperienza totalizzante, ma anche una farsa con innesti di (finto) melodramma (i dialoghi della scena finale sono perciò emblematici e quasi meta teatrali) che non rientra esattamente tra le opere migliori del suo autore. Si sente la mancanza di soldi e la disciplina generale, anche se Carmen Maura (ottenuta probabilmente grazie alla coproduzione spagnola) vale comunque la visione.
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