Regia di Peter Greenaway vedi scheda film
Tulse Luper, con i suoi bagagli, è ad Anversa, verso la fine degli anni ’30, alle prese con dei similnazisti belgi. A Cannes c’era la prima puntata. La seconda non si sa. Questa terza è stata presentata in proiezione unica. Chi l’ha vista, l’ha vista. Chi no, no. Scriviamo per chi non l’ha vista, così si inventa il film senza andarlo a vedere. Immagini una sopra l’altra, una dentro l’altra, cinque scivolano via, dieci arrivano, tanti numeri e scritte, bianco nero colore, valigie di profumi, ciliegie e miele, un dentista maiale, un capostazione dispotico, l’annunciatrice ferroviaria Valentina Cervi che ripete per 20 minuti i nomi di tutte le città d’Europa, da Maastricht a Lampedusa. Greenaway è rimasto l’ultimo a credere che il cinema digitale sia una personale settimana enigmistica da farci i giochini. Le soluzioni le sa solo lui.
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