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The Blues. Dal Mali al Mississippi

Regia di Martin Scorsese vedi scheda film

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dottor piuma

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La recensione su The Blues. Dal Mali al Mississippi

di dottor piuma
6 stelle

E' il solo documentario dell'imponente macchina cinematografica messa in moto da Scorsese che abbia una ragione di essere fino a questo momento. E' il quinto della serie che vedo (mi mancano i lavori di Richard Pearce e di Clint Eastwood dai quali mi aspetto molto) e devo confessare che "The Blues - Dal Mali al Mississippi" non mi ha dato quell'impressione di prodotto su commissione che mi avevano comunicato gli altri. Qui emerge con prepotenza la dimensione di ricerca che nei documentari di Wenders, Levin, Figgis e Burnett non fa neppure capolino. Si sente l'operazione di scavo nel tessuto umano dell'Alabama e del Delta del Mississippi che tocca il cuore della questione culturale, intesa come motivo di rivendicazione e di riscatto sociale. Quando Willie King ci parla del travestimento allegorico dei testi blues, che parlano di sofferenze d'amore di uomini maltrattati dalle loro donne riferendosi in realtà alle angherie dei padroni, arriva dritto alla nostra anima. "Il blues significa sopravvivenza" cessa di essere una frase fatta e inizia a dirci qualcosa. Purtroppo la parte africana non ha lo stesso spessore e la stessa intensità, per il semplice motivo che Scorsese e compagni non possiedono strumenti culturali, musicali e linguistici all'altezza della situazione e finiscono per rifugiarsi piuttosto intimiditi nell'annacquato cliché del ritorno alle origini, perdendo di vista l'elemento cruciale della diversità, che squarcia l'apparente serenità con spari di benvenuto, urla lancinanti o improvvise asprezze nell'ospitalità di Ali Farka Touré. Indimenticabili le parole inaugurali di Marty: "Non posso immaginare la mia vita - o quella di chiunque altro - senza la musica: è come una luce nell'oscurità che non si spegne mai".

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