Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
C’è un motivo validissimo (per chi non conosce nulla della musica blues né tantomeno è un suo appassionato) per vedere il secondo capitolo della serie "The Blues" (sette film che catturano l’essenza del blues andando ad esplorare il modo in cui questa forma d’arte ha influenzato le popolazioni di tutto il mondo) "Dal Mali al Mississippi" diretto da Martin Scorsese: è il divertente, sensibile e commovente "The last customer", il corto di Nanni Moretti abbinato alla pellicola. Protagonisti sono una farmacia newyorkese ed i sentimenti della famiglia che l’ha gestita con passione per due generazioni: una cronaca nostalgica, sincera, appassionata sull’ultimo giorno di attività dell’esercizio con il commosso saluto dei clienti, lo svuotamento del locale e, due mesi dopo, la distruzione dell’edificio per far posto alla costruzione di un grattacielo. Ed è sorprendente scoprire dietro la macchina da presa di questo piccolo gioiello il nostro impegnato e serioso regista Nanni Moretti a suo agio invece con una storia tenera e "romantica" che non disdegna però sottili e sommesse sferzate politiche. Per chi invece è un grande fan della musica di Skip Jones, B.B. King, Muddy Waters allora la visione di "Dal Mali al Mississippi" è un piacere assoluto che unisce alla magia del corto di Moretti la maestria, naturalezza e sincera passione di un autore come Scorsese che, muovendo la sua macchina da presa dalle sponde del fiume Niger in Mali ai campi di cotone ed ai locali con juke-box del Delta del Mississippi per trovare le origini del blues, dà vita ad un poetico documentario che combinando interpretazioni originali (Othar Turner, Salif Keita, Crey harris) e rare immagini di repertorio gli consente di continuare il suo personalissimo ed emozionante viaggio nella forza e vitalità della nostra memoria storica.
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