Regia di Robert Harmon vedi scheda film
Come da qualche anno, i primi fuochi della nuova stagione sono affidati anche a qualche teen-horror americano: quest’anno ci si è messo, come produttore, nientemeno che il grande Wes Craven, ma il risultato non è memorabile. Julia è una studentessa di psicologia sensibile e appassionata, con un bel trauma infantile e una tradizione di incubi notturni. Un suo amico si spara, terrorizzato all’idea che “loro”, le creature dell’incubo, stiano tornando, approfittando di momentanei blackout. Al funerale del ragazzo, Julia conosce altri due amici accomunati da queste visioni infantili, che nel frattempo ritornano e si fanno sempre più presenti nella vita di Julia, fino a popolare la sua esistenza diurna e a far temere per la sua salute mentale. Il film ha i difetti del target cui è diretto: edulcorato, telefonato, e con mostri che mancano di fascino e potenza mitica, anche se talvolta si sobbalza sulla sedia. La parte migliore è comunque l’ultimo quarto d’ora, con un finale non scontato e prêt-à-sequel, e una lunga sequenza da incubo urbano: rimanere intrappolati nella metro dopo l’orario di chiusura. Un esempio di come il cinema statunitense continui ad anticipare catastrofi piccole e grandi (qui, è il blackout di New York), quasi sul filo della iettatura.
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