Regia di Jacob Tierney vedi scheda film
Il nuovo Oliver Twist è una marchetta biondina della squallida periferia di Toronto. Il suo boss è il grasso Fegin, a capo di una comunità di ragazzini che si drogano e si prostituiscono. A introdurlo nel giro è Dodge, che è anche il narratore e alla fine quasi il protagonista del film, il suo sguardo. L’esordiente regista Tierney utilizza echi e nomi del classico di Dickens, ma il suo racconto di formazione è più statico e disperato, senza ribaltamenti e peripezie. Zeppo di stereotipi, probabilmente fasullo nell’impianto e nelle situazioni, ha però dei pregi di messinscena sorprendenti, uno sguardo gelato e una distanza che lo rendono per fortuna più parente di Gus Van Sant (pur senza il suo talento visionario) che di Larry Clark. Se l’avesse fatto un ventitreenne italiano, grideremmo al miracolo.
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