Regia di Salvatore Mereu vedi scheda film
Uno sguardo insolito e nuovo sulla Sardegna, che, come mostra Mereu, non è solo e soltanto impervie montagne, territorio di pastori e banditi, né villaggi turistici con spiagge esclusive per esclusivi stronzi decerebrati yacht muniti, preferibilmente provenienti dal continente. Certo, il filo della narrazione è un po’ esile, ma qua e là filtrano emozioni forti, come quella del bambino che, al pari dell’Antoine Doinel dei “Quattrocento colpi”, vede per la prima volta il mare, o quella dell’anziano padre della suora che si commuove al matrimonio della nipote. Mereu ci offre anche uno sguardo su una Sardegna invernale ed urbana (Nuoro?) che è raro reperire nella nostra cinematografia. In più, il regista sa scegliere le facce giuste, dai sardi Michele Carboni (il pastore Michele) a Giampaolo Loddo (l’anziano solo), fino alla bellissima israeliana Yaël Abecassis (la suora), già vista in “Kadosh” di Amos Gitai.
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