In estate Michele conduce il suo gregge in montagna e solo di tanto in tanto scende a valle per portare a Massimo, gestore di un bar nei pressi di una spiaggia, un po' del suo formaggio. Quando arriva l'autunno, a casa di Ziu Predu (che con Michele divide l'ovile in montagna) fervono i preparativi per il matrimonio di Simona, una nipote. Per la festa arrivano tante persone: Francesca, la figlia che Ziu Predu non vede da anni perché è monaca carmelitana, Giorgio, Palla...
Note
Belli i primi tre episodi (e addirittura bellissimo il primo, di un realismo che si fa poesia senza sforzo); man mano però il film perde quota per poi impantanarsi in un finale "poetico" insistito, alla Fellini, che lascia l'amaro in bocca. Peccato. Ma Ballo a tre passi è comunque un tentativo forte e importante nel panorama italiano di oggi. Ha carne e sangue, sa cercare cose da guardare e osa, anche a costo di sbagliare. Il film ha vinto la Settimana della Critica a Venezia.
L'autarchia è masturbarsi di fronte al mare, è tornare a molestare le pecore dopo aver assaggiato una turista francese. E a chi non vuole godere perché ha preferito Dio o l'esilio non resta che il rimpianto.
Interessante opera condita da una fotografia magnifica e da quattro episodi dalle alterne fortune. Stupendo il primo interessante il secondo così così il terzo strano e convenzionale l'ultimo. Complessivamente suufficiente.
Un film intenso, sincero e fortemente evocativo. La coralità di questo film è priva di ogni astuzia e di ogni malizia. Ed anche se nel finale si perde un po' in tentativi alla Fellini resta comunque una bella lezione di cinema.
Mereu racconta la Sardegna attraverso le quattro stagioni e inserisce tante storie ,riti,tradizioni,matrimoni e incontri occasionali come il pastore sardo con una straniera (Caroline Ducey attrice francese usata dalla Breillat in ruoli hard) che lo inizia al sesso.Assai interessante anche se qua e la affiora un po' di stanchezza,mista a noia.Sufficente. leggi tutto
Quattro episodi, quattro stagioni dell’anno, quattro momenti della vita. Primavera: un gruppo di bambini va per la prima volta verso il mare. Estate: una ragazza francese arriva in Sardegna su un aeroplanino, si invaghisce di un pastore e lo inizia al sesso. Autunno: una suora torna al paese per il matrimonio della nipote. Inverno: un anziano solo cerca compagnia in una prostituta, ma alla… leggi tutto
Sono entrato in sala non dico con molte aspettative, ma con una speranza di trovarmi davanti ad una pellicola quantomeno interessante, invece, fin dal primo episodio, comunque non il peggiore dei quattro, ne sono stato deluso, accorgendomi di essere di fronte nuovamente a quel filone "antropolpopolare" che ultimamente sta prendendo piede nel cinema italiano che non sempre, però, sbaglia (per… leggi tutto
Mereu racconta la Sardegna attraverso le quattro stagioni e inserisce tante storie ,riti,tradizioni,matrimoni e incontri occasionali come il pastore sardo con una straniera (Caroline Ducey attrice francese usata dalla Breillat in ruoli hard) che lo inizia al sesso.Assai interessante anche se qua e la affiora un po' di stanchezza,mista a noia.Sufficente.
Uno sguardo insolito e nuovo sulla Sardegna, che, come mostra Mereu, non è solo e soltanto impervie montagne, territorio di pastori e banditi, né villaggi turistici con spiagge esclusive per esclusivi stronzi decerebrati yacht muniti, preferibilmente provenienti dal continente. Certo, il filo della narrazione è un po’ esile, ma qua e là filtrano emozioni forti,…
Film ad episodi, cioè in quattro stagioni.La frammentazione che c'è è delimitata da diverse cose: I personaggi dei 4 episodi si incontrano fra loro, anche per pochi istanti, il paesaggio di una Sardegna diversa o almeno meno riconoscibile da quella cartolinesca o folclorica.
Le facce e gli sguardi sono molto importanti e definiscono benissimo il tema del racconto, il taglio non è…
"Da quel momento il mio ruolo è segnato- Faccio parte per sempre della nuvola"(Emily Dickinson)
Dedicata a M., che mi ha insegnato 23 sacre nuvole, per poi continuare con infinite nubi di taumaturgici denti.
Non so quali potessero essere le pretese di questo film. Il risultato è inconsistente, inorganico, imsulso ma, soprattutto, inutule.
Un film che (a me) non è riuscito a comunicare niente di comprensibile. Pessimo e da dimenticare.
L'esordio nel lungometraggio di Salvatore Mereu è in grande stile e propone una struttura a episodi permeabili che si compenetrano popolandosi di personaggi che quasi impercettibilmente ritornano, mescolando dialetto sardo e italiano.
Il film si apre con un'atmosfera sognante ed intensa che ricorda certo cinema iraniano per la pulizia dell'immagine e la semplicità; un bambino uccide un topo…
Sono entrato in sala non dico con molte aspettative, ma con una speranza di trovarmi davanti ad una pellicola quantomeno interessante, invece, fin dal primo episodio, comunque non il peggiore dei quattro, ne sono stato deluso, accorgendomi di essere di fronte nuovamente a quel filone "antropolpopolare" che ultimamente sta prendendo piede nel cinema italiano che non sempre, però, sbaglia (per…
Quando la realtà è troppa per finire sullo schermo, ci vuole qualcosa che contrasti... Un punto improprio di surreale che scarti col resto per creare quel senso, che l'autore vuole e che lo spettatore, rileva, con…
Suvvia, non è malaccio. Qualche intuizione Mereu ce l'ha, non è completamente uno sprovveduto o un furbastro come Tornatore o il soprastimatissimo Crialese. E' vero che talvolta si lascia prendere la mano dalla bellezza folkloristica di luoghi usi e costumi, ma è altrettanto innegabile che alcuni sprazzi di durezza malinconica e di vitalità improvvisa si guadagnano lo schermo con vigore e…
Tutto qui??Piuttosto sopravvalutato direi…un prodotto etno-antropologico ad uso festival, si certo, c’è la natura selvaggia, il pastore che cita Gavino Ledda, la lingua sarda (ma perché il francese non è sottotitolato??) , uno sguardo alle tradizioni condite da un po’ di superstizione, ma poi?? Dopo questo bagno di folklore e un bel po’ di noia che rimane??
film di intense emozioni,omaggio alla sardegna e rappresentazione di un mondo che sembra non ci sia più, ma che in realtà Mereu mette sullo schermo come il miglior ritrattista un volto.l'infanzia, il sesso, il matrimonio, la morte, percorsi voluti, obbligati,metafora agrodolce della nostra vita.
La Sardegna o delle quattro stagioni.Dalla primavera dell' infanzia,in cui Antoine Doinel tra mito e presente trovano la via al mare,all' inverno di chi non ha più nessuno che lo saluti,solo una ragazza facile per salutare meno peggio la vita;poi ci sono le tinte autunnali del ritorno,"nostos" di ombre,spose bagnate e fortunata inventiva di chi non rinuncia alla festa,del vecchio che porterà e…
Quattro stagioni dell'anno...quattro stagioni della vita...quattro ritratti intensissimi ed introspettivi. Un film fatto di particolari, di sguardi, di sentimenti. In alcune sfaccettaure la regia di Mereu riporta alla mente quella di Pier Paolo Pasolini. è poesia, forse aal'inizio difficilmente digeribile, ma bella e viscerale.
In una Sardegna, che potrebbe sembrare quella di trent'anni fa, se non ci fosse il continuo contrasto con la modernita di oggi. E in un luogo che solo la Sardegna potrebbe essere, si svolge questo. Ma io non sono in grado di giudicare, solo di dire che l'ho amato.
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Commenti (4) vedi tutti
L'autarchia è masturbarsi di fronte al mare, è tornare a molestare le pecore dopo aver assaggiato una turista francese. E a chi non vuole godere perché ha preferito Dio o l'esilio non resta che il rimpianto.
commento di michelInteressante opera condita da una fotografia magnifica e da quattro episodi dalle alterne fortune. Stupendo il primo interessante il secondo così così il terzo strano e convenzionale l'ultimo. Complessivamente suufficiente.
commento di supadanyBasta con questi film pseudointellettuali, dove è sufficiente mettere 2 pastori che parlano in dialetto per fare del cinema d'impegno.
commento di capitanoWillardUn film intenso, sincero e fortemente evocativo. La coralità di questo film è priva di ogni astuzia e di ogni malizia. Ed anche se nel finale si perde un po' in tentativi alla Fellini resta comunque una bella lezione di cinema.
commento di fefy