Regia di Piotr Szulkin vedi scheda film
"In uno scenario distopico e apocalittico, alla fine di una guerra nucleare, circa 800 persone sopravvissute si trovano a vivere in una "città-bunker" sotterraneo. Alcuni muoiono a causa delle radiazioni, altri risultano solo malati, altri cercano di sopravvivere. La vita di Soft, come quella di tutti gli altri, viene stravolta nel momento in cui viene scoperto che la cupola che isola la zona sta per crollare ma tutti hanno fiducia nell'arca che arriverà a salvarli" terza di quattro opere con scenari distopici nonché quarta opera di Szulkin, questo film fantascientifico, affronta, con l'idea dell'epoca, quello che è il tema di una potenziale guerra nucleare e gli effetti sulla popolazione. Girato in piena guerra fredda il film riflette quella che è la visione polacca di quel periodo in cui l'U.R.S.S. aveva occupato il territorio della nazione rendendola esposta a una potenziale guerra nucleare.
Con una fotografia intensa, tendente al blu la maggior parte del tempo, il film riesce a rendere ancora più distopico l'ambiente del film che viene però forse anche poco mostrato. A livello di world building infatti il film non eccelle particolarmente. Viene spiegato che fuori non si può vivere ma, nel momento in cui il protagonista esce e si potrebbe vedere qualcosa, la porzione di pianeta mostrataci è innevata e con un bianco totale che va a creare un contrasto molto forte col blu presente tutto nella parte prima. Nonostante la città creata ad hoc in realtà si vede anche troppo poco con spazi confusi che non si riescono a collocare perfettamente e non si riesce a farsi un'idea di come effettivamente sia stata fatta. L'interpretazione di Stuhr risulta molto convincente e buona del suo personaggio anche se la miglior performance in questo film la detiene Marek Walczewski nella parte del superiore di Soft. La psicologia di questo personaggio, veramente tanto tanto curata, risulta essere un punto di forza di questo film. Il finale, molto simbolico, rappresenta, dopo il crollo della cupola, il raggiungimento del paradiso che il personaggio ha con la mongolfiera che lo carica per portarlo in paradiso trasformando l'arca volante di cui si parla per tutto il film semplicemente in quello che si può intuire dal momento in cui sappiamo che la cupola cederà: il volo dell'arca è in realtà il modo di portare al paradiso.
Non essendo in realtà un problema chissà quanto grande ma considerabile ho voluto dedicare uno spazio alle lotte interne alla società (non psicologiche ma proprio fisiche) che sono purtroppo plasticose e veramente bruttine da vedere. Non è un film d'azione, però un minimo più curate si poteva fare.
Errore:
chiudi
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta