Regia di Hiner Saleem vedi scheda film
Mi sembra un tipico "prodotto da festival". Prevalenza di inquadrature fisse, eleganza figurativa, umorismo surreale, finezze registiche. In questo spaccato di marginalità (il kurdistan armeno, terra di nessuno post-comunista, ridotta a rimpiangere l'URSS), manca però una vera cifra stilisitica: manca qualcosa che faccia volare le immagini al di sopra del fatale limbo dell'aurea mediocritas. Alcune intuizioni grottesche (bauli che svettano nel candore della steppa) cadono purtroppo in un lambiccato manierimo. Col filtro della melanconia, il regista cerca la Poesia, ma non la trova.
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