Regia di Hiner Saleem vedi scheda film
VODKA LEMON, ovvero quando il cinema ti regala scenari che nemmeno il discovery channel.
Forse l'hanno visto i soliti quattro gatti, oppure ricordo male e all'epoca è stato un successo, fatto sta che a Milano l'avevano proiettato in un solo cinema: nella sala piccola (leggi: corsia) del Centrale, in Via Torino.
Di recente mi sono concesso una seconda visione, più comoda, a casa.
Abbozzo una sinossi (mutila perchè rispettosa, almeno nelle intenzioni, di chi vorrà vederlo).
Siamo nell'Armenia post-sovietica. Il protagonista, Hamo (credo), ha più o meno 65 anni, ha una faccia accattivante zeppa dei segni del tempo, è rimasto vedovo e convive col figlio alcolista e la figlia di questo. Figlio alcolista in un Paese dove ci si lava i denti con la vodka forse è azzardato, ma l'impressione è che non la porti via benissimo.
Gode di una miserrima pensione militare di sette dollari, che non bastano a campare, ma può vantare di possedere ancora qualche masserizia: un vecchio armadio, una televisione russa e la divisa. Fatta salva, ovviamente, la foto della moglie appesa al muro. La foto, dico. Mentre si trova genuflesso nel cimitero più insolito che mi sia capitato di vedere, incontra Nina, piacente e ubertosa vedova, decisamente più giovane di lui...
Seguono un sacco di altri fatti, piccoli quanto il film, ma gustosi.
Ribadisco: se non le vedi sul cosiddetto grande schermo certe cose nemmeno riesci ad immaginartele.
Alcuni personaggi peccano di stravaganza, ma alla fine, sarà il freddo che osservi, ti convinci che possano esistere davvero e che, alle stesse temperature, finiresti pure tu a organizzare convivi fuori dalla porta di casa (perchè dentro si sta peggio).
Poi c'è tutto il contesto politico e sociale, che però - come si dice - fa "da sfondo".
Lo consiglio a chi non abita a Milano e può permettersi una sala che non fa a cazzotti con la 626. E a chi si lamenta del tempo.
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