Regia di Gabriele Mainetti vedi scheda film
Dopo la Roma borgatara di Lo chiamavano Jeeg Robot (2015) e quella occupata dai nazisti di Freaks Out (2021), nel 2025, Gabriele Mainetti presenta una capitale multietnica in cui ambientare una storia di vendetta, amore e arti marziali.
La città proibita (2025): locandina
Mei (Yaxi Liu), una giovane donna cinese esperta di combattimenti corpo a corpo, giunge in Italia per ritrovare la sorella maggiore di cui non si hanno più notizie. La rocambolesca ricerca la porterà a scontrarsi con il capo di una triade (Chunyu Shanshan), conoscere Marcello (Enrico Borello), bravo ragazzo che gestisce un ristorante, e il losco Annibale (Marco Giallini), piccolo criminale rivale della mafia cinese. Mei dovrà farsi strada lottando contro tutto e tutti per svelare il mistero che circonda la sparizione della sorella ma la sua avventura le farà anche provare emozioni mai sperimentate prima. Nel cast figurano anche Sabrina Ferilli, nel ruolo della madre di Marcello, e Luca Zingaretti. La sceneggiatura è stata scritta dallo stesso regista insieme a Stefano Bises e Davide Serino.
La città proibita (2025): Yaxi Liu
La città proibita (2025): Marco Giallini
Ispiratosi (per sua stessa ammissione) al cinema di Hong Kong, Mainetti mette in scena una storia dal ritmo serratissimo, carica di azione e sentimenti che, per quanto basilari, funzionano da sempre. È a dir poco impossibile annoiarsi mentre le bellissime sequenze di combattimenti, girate con una maestria che non ha eguali nel panorama cinematografico del nostro paese, ci scorrono davanti agli occhi. La forza delle immagini si sposa con l’ottima caratterizzazione della protagonista, la determinatissima Mei interpretata magnificamente da Yaxi Liu. Ella esibisce doti da guerriera che la rendono degna di rispetto, comunica molto con lo sguardo e il corpo e ci fa desiderare solo che qualcun altro la provochi, per il puro gusto di vederla sfoderare le sue capacità ancora… e ancora. Ma Mei non è solo una sorta di Jhon Wick al femminile e made in China, è anche una donna che nasconde un passato tragico e politico, fonte di fragilità non visibili dall’esterno ma che saranno piacevoli da esplorare man mano che la narrazione prosegue. Effettivamente, una delle componenti più riuscite di La città proibita sono proprio i suoi personaggi. Belli, dal primo all’ultimo. C’è Marcello, ragazzo di umili origini che si ritrova invischiato in qualcosa di più grande di lui e che si innamorerà di Mei. Abbiamo l’Annibale di Giallini, piccolo boss vecchio stampo che sfrutta gli stranieri per arricchirsi e che sembra vivere di ricordi, c’è Mr. Wang, spietato capo della triade e, ancora, la Ferilli, madre malinconica e un po' ignorantella, ma che funziona. Ognuno è al suo posto e tutti insieme sono stati ben recitati dai rispettivi attori, i quali rendono credibili anche (e soprattutto) i momenti drammatici che fanno capolino solo quando servono, senza mai risultare gratuiti o di troppo ma semplicemente ben sfruttati.
La città proibita (2025): Sabrina Ferilli, Gabriele Mainetti
La città proibita (2025): Enrico Borello, Yaxi Liu
Con La città proibita, Mainetti non tiene solo vivo il cinema di genere italiano ma fotografa una situazione sociale con il giusto tono ed evitando inutili didascalismi politicamente corretti. Nel film ci sono italiani, immigrati africani, cinesi e altri ceppi etnici che coesistono, lottano e si rinnovano. La rottura del bigottismo razzista e dello stereotipo sono il naturale mutamento che cancella il passato e apre le porte ad un futuro nuovo, meticcio e globale che profuma di divertimento audiovisivo. L’amore interraziale non è vissuto come ricerca dell’esotico extra-occidentale ma è trattato al pari di un qualunque incontro destinato ad evolversi sentimentalmente. Unire tematiche gustosamente contemporanee ad un sano intrattenimento è l’ulteriore merito del terzo lungometraggio del regista romano, che si conferma talentuoso. La città proibita è uno spettacolo da non lasciarsi sfuggire.
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