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La città proibita

Regia di Gabriele Mainetti vedi scheda film

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La recensione su La città proibita

di YellowBastard
7 stelle

Inizialmente intitolato Kung Fu all’amatriciana (titolo che ricorda, tristemente, un film anni’80 interpretato da Tomas Milian), il successivamente reintitolato La Città proibita (un omaggio, forse, all’omonimo film di Zhang Yimou del 2006?) è un film ambizioso e, a suo modo, perfino folle ma anche una boccata d’aria fresca per un panorama italiano fatta di commedie spesso tropo uguali tra loro e/o prevedibili.

 

La città proibita (2025) | FilmTV.it

"Dalla Cina con furore..."

 

Terzo film dopo il debutto con Lo chiamavano Jeeg Robot e a distanza di tre anni dall’ultimo Freaks Out, Gabriele Mainetti continua a sorprendere il pubblico italiano con un film del tutto inaspettato, e se Lo chiamavano Jeeg Robot giocava con l'immaginario del supereroismo americano applicato alla romanità di genere e Freaks Out stravolgeva la Roma della Seconda Guerra mondiale con un Fantasy/soprannaturale, La Citta proibita si muove invece tra Kung Fu movie, l’exploitation tarantiniana e l'attuale Roma multietnica (..e un pò favolistica) per una commedia d’azione che omaggia il cinema di arti marziali, gioca con il revenge movie (e il romanticismo) e che si diverte a citare Quentin Tarantino (Kill Bill) e John Carpenter (Grosso guaio a Chinatown).

 

La città proibita prende lo schema di L’urlo di Chen terrorizza anche l’Occidente (un esperto di arti marziali arriva dalla Cina a Roma per risolvere delle questioni criminali che gravitano attorno a un ristorante cinese) per poi invece raccontare tutta un’altra storia, dove le svariate influenze sono ovviamente riconoscibilissime ma anche, opportunamente, rimescolate, a partire dall’inevitabile confronto tra il cinema italiano e quello di Hong Kong (tra una foto con Bruce Lee e una con Alberto Sordi, un piatto si pasta all’amatriciana e una zuppa di lamian) ma su cui alleggia l’atmosfera romanesca tipica della commedia all’italiana e che ricorda, forse non a caso, Delitto al ristorante cinese di Bruno Corbucci e con Tomas Milian (il che spiega, forse, da dove nasce il titolo provvisorio del film).

 

La città proibita - Film (2025) - MYmovies.it

“Siamo venuti qui per conquistare e siamo stati conquistati”

 

Il film è, tra le altre cose, anche una lettera d’amore a Bruce Lee e il regista stesso ha dichiarato che le scene di kung fu erano il motivo principale per cui si è lanciato in questa sfida.

Ma La città proibita non è soltanto botte e vendetta, c’è anche ironia, tensione, un’ambientazione noir e una storia d’amore tra due outsider, un miscuglio di generi e un film caleidoscopico, persino innovativo per il nostro cinema e, proprio per questo, dividerà il pubblico tra chi ne apprezzerà le intenzioni e chi lo bollerà invece come un inutile giocattolone poco riuscito.

Ma è ormai innegabile che Mainetti sia la dimostrazione che osare, in Italia, è ancora possibile ma per farlo è necessaria soprattutto credere a un’idea, avendo poi la forza di portarla avanti anche mescolando tra loro elementi lontano dai nostri soliti riferimenti cinematografici.

 

La regia di Mainetti gestisce invece con estrema destrezza le scene di azione, tra le migliori del cinema italianio, confrontandosi quindi alla pari con i ben più elevati standard di professionalità del cinema internazionale (più con quello americano, in realtà, che con quello dell’estremo oriente), affidandosi in questo anche a un fight coordinator d'eccezione come Liang Yang per realizzare qualcosa che nel nostro cinema probabilmente non si era mai vista, non in questi termini, e alla fotografia di un sempre impeccabile Paolo Carnera.

 

Ma se il film eccelle soprattutto nelle scene di azione è invece nell’inseguire le dinamiche del noir e/o le atmosfere del melò di marca orientale che l’opera del regista romano si perde un pò.

Scritto dallo stesso regista insieme a Stefano Bises e Davide Serino, pur presentando un’estetica forte e coerente mostra anche un certo pressopochismo narrativo, con una sceneggiatura a volte confusa e/o priva di un reale approfondimento dei personaggi.

 

La Città Proibita - Film (2025)

"Roma ti entra dentro, qui tutto è permesso e niente è importante. In Cina niente è permesso e tutto è importante”

 

Tra gli interpreti, oltre ai bravi protagonisti Enrico Borello e Yaxi Liu, ritroviamo molti dei volti noti del ciema romano come Sabrina Ferilli, Marco Giallini e Luca Zingaretti insieme a Chunyu Shanshan.

 

VOTO: 7,5

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