Regia di Gabriele Mainetti vedi scheda film
CM al cinema (17)
Diretto e sceneggiato da Mainenti, regista italiano che si è fatto conoscere per la sua passione per il cinema di genere. Il suo stile è da sempre influenzato dai grandi maestri del cinema di genere, e in questo film si nota un profondo omaggio alla tradizione cinematografica del kung fu, ma con un’impronta personale.
Nel 1995, in Cina, le sorelle Yun e Mei crescono sotto la rigida politica del figlio unico, e per evitare severe punizioni, i genitori nascondono l'esistenza di Mei. Fin dalla giovane età, entrambe le ragazze sono addestrate nelle arti marziali.
Anni dopo, Mei arriva a Roma in cerca della sorella scomparsa. Nella Chinatown della capitale, controllata dal misterioso Mr. Wang, Mei incontra Marcello, un giovane che lavora nel ristorante di famiglia. Insieme, si ritrovano coinvolti nel mondo sotterraneo e criminale della città, tra violenti combattimenti, vendette personali e difficili scontri culturali.
Una delle caratteristiche più sorprendenti del film sono le scene di combattimento, che sono perfettamente coreografate e girate. Ogni movimento è studiato con precisione e sembra quasi un balletto di violenza, in perfetto stile con le scuole di kung fu cinematografiche. L’azione è frenetica e coinvolgente, ma mai confusa, seguita da inquadrature ben definite che lasciano ammirare ogni singolo movimento. È evidente che Mainenti ha studiato a fondo i maestri del cinema di arti marziali, dando vita a combattimenti che restano impressi nella memoria dello spettatore.
La città proibita (2025): Yaxi Liu
I personaggi secondati sono senza dubbio funzionali al genere, ma a volte risultano un po’ prevedibili nelle loro azioni e reazioni. Alcuni di loro sembrano quasi degli archetipi del cinema di arti marziali, e sebbene il loro ruolo sia essenziale per far proseguire la trama, a volte mancano di profondità e complessità, rimanendo su un piano piuttosto stereotipato.
Nonostante il film riesca a intrattenere, ci sono alcuni problemi di trama, in particolare con alcune situazioni che non convincono del tutto. Un esempio su tutti è la nascita della relazione d'amore tra i due protagonisti, che appare forzata e poco sviluppata. In alcuni passaggi, le dinamiche emotive sembrano affrettate e non abbastanza approfondite, lasciando il pubblico un po' disorientato.
Una delle sorprese più piacevoli è senza dubbio la protagonista, Yuxi Liu, che non solo si distingue per la sua abilità nelle coreografie di combattimento, ma dimostra anche una recitazione sorprendentemente intensa. Il suo personaggio, pur non essendo privo di cliché, riesce a rendersi interessante grazie alla sua interpretazione, che aggiunge una dimensione più umana alla pellicola.
La città proibita (2025): Marco Giallini
Tuttavia, la vera forza di La città proibita è il kung fu, che non solo è il cuore pulsante della storia, ma diventa il vero protagonista del film. La pellicola segna un ritorno del cinema di genere italiano, che riesce a farsi valere nonostante le difficoltà commerciali. Sebbene il film non faccia faville al botteghino, la sua importanza risiede nel fatto che riporta in auge un tipo di cinema che, se supportato e valorizzato, potrebbe trovare un pubblico più ampio.
La città proibita è un film che offre una solida dose di azione, emozioni e l'immancabile fascino del kung fu. Nonostante qualche difetto nella trama e nella caratterizzazione di alcuni personaggi, il film riesce a convincere grazie alla sua regia, alla coreografia impeccabile e a una protagonista che brilla. È un prodotto che può sicuramente trovare il suo posto all’estero, in particolare in mercati dove il genere è apprezzato, portando avanti la tradizione del cinema di genere italiano.
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