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La città proibita

Regia di Gabriele Mainetti vedi scheda film

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La recensione su La città proibita

di cristianabinileoni
7 stelle

L’ultimo film di Gabriele Mainetti si chiama La città proibita ed è un film di arti marziali ambientato a piazza Vittorio, quindi un film cosiddetto di genere, ma di un genere assolutamente inedito in Italia… esattamente nello stile di Gabriele Mainetti…

Qui trovate la Videorecensione di Cristiana Bini Leoni "con" Roberto Leoni

 

L’ultimo film di Gabriele Mainetti si chiama La città proibita ed è un film di arti marziali ambientato a piazza Vittorio, quindi un film cosiddetto di genere, ma di un genere assolutamente inedito in Italia… esattamente nello stile di Gabriele Mainetti…

 

"Signore e signori l'immaginazione diviene realtà nulla è come sembra" Fellini diceva invece "Nulla si sa tutto si immagina" circa 60 anni separano queste due affermazioni, una appartiene a Gabriele Mainetti l'altra a Federico Fellini e denotano come quanto cammino ha dovuto percorrere il cinema italiano per affrancarsi dal durissimo giogo, dalla gabbia estremamente forte del neorealismo e della realtà ossessiva che l'ha costretto per tanti anni in una situazione che ha prodotto grandi capolavori ma che in realtà ha chiuso ogni produzione al cinema fantastico...

 

…le masse è chiaro che devono essere educate, ma a parte questo termine “educare le masse” che sembra di educare un gregge e quindi si sente un tono dispregiativo, l'educazione è anche affidata alla commozione, è anche affidata alla fantasia è anche affidata alla capacità di affabulare e non soltanto di essere didattico e didascalico. Per tutte queste ragioni io all'epoca ho salutato con grande gioia un film come Lo chiamavano Jeeg Robot proprio perché a mio giudizio nel cinema italiano finalmente accadeva a questa che i critici chiamano contaminazione, questa possibilità che più generi si fossero uniti uno con l'altro…

 

Unire generi diversi è esattamente quello che ha fatto Gabriele Mainetti anche in questo film la cui ideaè nata molto tempo fa, almeno a livello embrionale… dalla sua passione sin da ragazzino per i film di arti marziali con Bruce Lee…

 

Il genere nasce in Cina con l’incredibile successo de L'incendio del Tempio del Loto Rosso, un film muto seriale cinese che narra la storia di un gruppo di artisti marziali che si alleano per difendere il loro tempio dai predoni durante la dinastia Qing.

 

È tra i film più lunghi mai prodotti perché dura 27 ore divise in 16 episodi proiettati tra il 1928 e il 1931. Praticamente una specie di serie TV antelitteram…

 

Questo genere chiamato Wuxiapian (usciapien) letteralmente Film di Arti Marziali, nasce dalla tradizione letteraria cinese ed è simile ai nostri film di cappa e spada, perché racconta le avventure di cavalieri erranti medievali che pur non essendo aristocratici, si battono contro le ingiustizie usando esclusivamente armi bianche…

 

A Hong Kong è ancora molto in voga, come dimostra il successo mondiale di film come La foresta dei pugnali volanti o La tigre e il dragone vincitore di ben 4 premi oscar.

 

Quelli che intendiamo come film di arti marziali, però, sono soprattutto quelli dove per combattere si usano quasi esclusivamente le mani nude, e cioè i gongfu (gonfu) in cui la trama è sempre incentrata su una vendetta e che nascono con Sanshir? Sugata del 1943, l’esordio alla regia del grande Akira Kurosawa.

 

Il grande successo internazionale arriva negli anni 70 con Dalla Cina con furore interpretato da un trentaduenne Bruce Lee che diventa una super star poco prima della sua morte prematura nel 1973…

 

L’idea di Kung Fu all’amatriciana di Mainetti forse sarebbe rimasta a livello embrionale, se dopo i due anni di fermo seguiti a Freaks Out, non gli avesse chiesto di svilupparla Mario Gianani, un produttore cinematografico e televisivo con un curriculum che parla da solo…

 

Oltre a varie candidature ai David di Donatello e ai Nastri d’argento, tra cui sicuramente spicca quello vinto come Film dell'anno da C'è ancora domani di Paola Cortellesi, Gianani è anche uno dei produttori esecutivi di Conclave che aveva ben otto candidature ai premi Oscar 2025 di cui ha vinto quello per la Miglior Sceneggiatura non Originale.

 

L’anno scorso, Gianani promette a Mainetti che se in tre mesi gli porta una sceneggiatura completa, lui mette il film in produzione… e Mainetti inizia subito con gli sceneggiatori Stefano Bises e Davide Serino a trasformare l’embrione in una farfalla…

 

…come diceva la famosa poesia di Trilussa della tartaruga che era rimproverata perché ogni tanto rimaneva capovolta e la tartaruga diceva “sì, però ogni tanto quando sono capovolta posso vedere il cielo a differenza di voi che non lo guardate mai”

ecco questo sguardo verso il cielo è la magia del cinema e vi parla uno che era un ragazzo di Trastevere ed è arrivato ad Hollywood e ci è arrivato con il cinema non ci sarei mai arrivato in nessun altro modo vi parla uno che mettendo a letto la figlia alle due di notte perché ha la febbre e non si contenta mai della favoletta e non ha sonno e smania e finalmente dopo l'ennesima favola si addormenta e tu che hai avuto una giornata faticosa hai attraversato Roma sotto la pioggia buche allagamenti e traffico congelato non ti hanno neanche pagato

sei andato a due appuntamenti e non ti hanno neanche dato i soldi e sono le due di notte e tua figlia ha la febbre finalmente ti lavi i denti finalmente puoi metterti a dormire in quel momento quando alzi le coperte ti viene in mente una storia la favola che hai inventato e raccontato a tua figlia ha però uno spunto originale e allora ti alzi appunti piegato in due sul comodino su un foglio di carta che trovi

però poi l’appunto non basta e non sei contento allora ti alzi e in pigiama vai al computer e scrivi fino alle 5 di notte sapendo che dovrai alzarti di nuovo alle 8 ma vai a dormire tranquillo perché sai che hai confezionato un sogno che andrà male ma se andrà bene come in quel caso dopo sei mesi sarai a Cannes invitato a cena da un produttore tedesco e da un produttore francese che ti dicono

allora come vuoi il cast di questa storia ed era la storia che hai scritto quella sera…

 

Gianani è di parola e Mainetti è pronto a partire per la Cina per trovare la sua protagonista che è una agguerritissima artista marziale… per questo motivo, vede moltissimi provini a distanza provenienti dalle scuole cinesi di Kung Fu, ma si rende conto che quando c’è abilità tecnica manca quella recitativa e viceversa…

 

…finché qualcuno non gli fa vedere lo showreel di una stuntwoman che sembra perfetta come artista marziale… ma Yaxi Liu, una delle stunt women più richieste dopo la sua incredibile performance in Mulan, sarà in grado di recitare il non semplice ruolo della protagonista…

 

Yaxi Liu arriva a Roma e il primo provino non è molto entusiasmante, forse perché lei è troppo intimidita da questa situazione per lei molto insolita… Mainetti, però, decide di scommettere su di lei ed il risultato è una eccezionale artista marziale, che non ha voluto la controfigura e quindi alla fine del film è tutta un livido, ma è anche efficace nel suo ruolo di protagonista…

 

cambia completamente

la prospettiva della ragazza angelo del focolare

e invece una ragazza diventa dall'angelo della battaglia

cioè nel gioco del politicamente corretto oggi ormai

la ragazza la “femmina” non ha più un ruolo secondario

ma ha un ruolo principale

 addirittura è lei che manda avanti la storia

è lei che aiuta il “maschio” di turno

è lei che gli permette di raggiungere traguardi sicurezza

e soprattutto una forma qualunque di happy end

questo è bene perché in un mondo in cui purtroppo

sempre più spesso ci sono i femminicidi

e le donne vengono relegate in un ruolo secondario

questo riscatto questa specie di gloria filmica e dei fumetti

è una cosa molto positiva

perché incoraggia le ragazze e le ragazzine

ad avere coscienza e forza di se stesse

 

…e infatti forse trova l’happy end anche il giovane cuoco romano interpretato da Enrico Borello in una strana storia d’amore intercontinentale, in questa Roma in cui Mainetti vuole mostrare la forza della multiculturalità che deve sempre trovare un punto d’incontro spesso non facile tra lingue, costumi, cucine, religioni…

 

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