Parigi, 1957: Anne, invitata dal fratello Pierre alla festa di un amico, conosce Philip, un americano perseguitato da McCarthy, e il regista teatrale Gérard. Tutti sembrano coinvolti dal suicidio di un compagno spagnolo, attivista anarchico...
Note
Da uno dei padri della Nouvelle Vague, ex capo-redattore dei "Cahiers du cinéma".
Parigi non appartiene a nessuno è un celebre motto del poeta Charles Péguy intenzionalmente ribaltato nel significato (ma se guardiamo bene alla fine nemmeno del tutto disatteso) dal trentenne Rivette, quando nel 1961 e dopo una lunga militanza quale critico di punta dei Cahiers du cinéma, esordì nel cinema di finzione (passando così dalla teoria alla pratica) con questo interessante (e… leggi tutto
Jacques Rivette, appartenente alla generazione della cosiddetta Nouvelle vague, compie lo stesso percorso dei suoi colleghi: dalla pagina stampata (faceva il critico cinematografico sulla Gazette e sui Cahiers du cinema) alla macchina da presa. Il passaggio gli viene però facilitato da due 'fratelli maggiori', Truffaut e Godard (in realtà entrambi anagraficamente minori di lui),… leggi tutto
Amo il Teatro, che a modesti livelli ho anche fatto, e trovarlo a volte abbinato all'altro piacere del Cinema mi da una grande gioia.
Questa passione, senz'altro condivisa da molti, mi ha portato a scegliere una…
Che sia un appassionato del cinema della Nouvelle Vague è ampiamente risaputo nel giro delle mie amicizie. Purtroppo però il passaparola ha prodotto come sempre i suoi imprevedibili effetti e da…
Film con una impronta noir da cinema poliziesco, scritto sui tavoli di un caffè da Jean Gruault (ex collaboratore di Rossellini) ed assai tribolato nella realizzazione. Le riprese di Parigi ci appartiene (dall'epigrafe "Parigi non appartiene a nessuno" di Charles Peguy) durarono ben tre anni, dal '57 al '59, portate avanti da Jacques Rivette grazie all'aiuto di Truffaut e Chabrol; per di…
Il titolo (forse un po' troppo altisonante) di questa playlist ne racchiude il suo scopo: catalogare alcune opere meritevoli (sia classiche che moderne) le quali, per un motivo o per un altro, rischiano di rimanere…
Parigi non appartiene a nessuno è un celebre motto del poeta Charles Péguy intenzionalmente ribaltato nel significato (ma se guardiamo bene alla fine nemmeno del tutto disatteso) dal trentenne Rivette, quando nel 1961 e dopo una lunga militanza quale critico di punta dei Cahiers du cinéma, esordì nel cinema di finzione (passando così dalla teoria alla pratica) con questo interessante (e…
Jacques Rivette, appartenente alla generazione della cosiddetta Nouvelle vague, compie lo stesso percorso dei suoi colleghi: dalla pagina stampata (faceva il critico cinematografico sulla Gazette e sui Cahiers du cinema) alla macchina da presa. Il passaggio gli viene però facilitato da due 'fratelli maggiori', Truffaut e Godard (in realtà entrambi anagraficamente minori di lui),…
Il fascino infinito del palco, le prove, le quinte, i camerini... quante volte il teatro è stato usato dal suo cugino ricco e moderno, il cinema? Quante volte la rappresentazione teatrale è stata fatta oggetto a sua…
L’esordio di Rivette, già debordante oltre le due ore, è un film difficilmente definibile: accosta elementi banalmente quotidiani (notevoli le vedute di una Parigi periferica e non cartolinesca, che all’epoca era un fatto insolito per il cinema) a un clima da cospirazione universale, che riflette le atmosfere inquietanti di un’epoca appena passata o quasi…
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Il cinema di Rivette: Parigi, misteri e teatro
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