Regia di Khyentse Norbu vedi scheda film
Questo film, primo ad essere prodotto nel Buthan, racconta la storia di un giovane funzionario statale smanioso di abbandonare la propria terra per raggiungere l' America, patria di tutte le occasioni.Alla prima occasione propizia fa per dirigersi verso una città da cui definitivamente partire, ma giunge tardi.Dovrà dunque aspettare, in compagnia di altri quattro viaggiatori:un padre con la figliuola, decisasi ad aiutare l' anziano genitore nella fabbricazione della carta di riso anche se ciò comporta l' abbandono dell' Università, un portatore di mele e un monaco buddhista.Questi , durante l' attesa, racconta l' antica storia di due fratelli, uno poco propenso allo studio ma destinato a frequentare una scuola di magia, l' altro, il minore, interessatissimo a tali dottrine che, quando riesce, ascolta di nascosto fuori dall' aula in cui il fratello segue le lezioni.
Il tempo reale, che vedrà sempre più allontanare il funzionario dalla sua smania per il tanto atteso viaggio, e il tempo della narrazione finiscono con l' intersecarsi, coll' addivenire ad un senso comune: la calma, la riflessione, il perseguimento della saggezza (capace di ridurre il desiderio, causa prima di ogni sofferenza)sono i veri, autentici, essenziali "percorsi" che, tanto il giovane quanto l' aspirante mago, debbono in realtà risolversi a intraprendere.
Quello capirà che il sentimento e la bellezza possono sbocciare anche nella terra da lui ritenuta avara di sorprese e troppo distante dal centro della modernità per generare occasioni e indicare traguardi; questo , risvegliatosi dalla malia prodotta dal fratellino, comprenderà con gioia che il mero istinto di possesso e l' imperioso richiamo dei sensi costituiscono un male giacchè quasi certamente conducono alla perdita di sè, dei propri valori e, in definitiva, della gioia agognata e del piacere di essere vivi.
Il film, insomma, declina il concetto di temperanza buddhista sullo sfondo di avvenimenti, reali o raccontati (e se tale narrazione sia o meno frutto di fantasia rappresenta un particolare non rilevante), invita a soffermarsi sulle occasioni che la vita ci propone , tentando di leggerle al di là dei frettolosi rifiuti o degli entusiasmi facili.Solo così, ci viene suggerito, le occasioni più propizie ed indicate per ciascuno di noi avranno la possibilità di disvelarsi lasciandoci liberi di afferrarne il pregio simbolico e la forza salvifica, maturante.
Questo film , nella semplicità descrittiva, nell' immediatezza delle immagini, nella grazia sottile con cui descrive il potere trasformante dell' amore e l' arduo percorso delle scelte esistenziali, resta impresso e felicemente si differenzia dalla ridda di assordanti festival digitalizzati che sempre più spesso affliggono gli schermi e l' immaginario coevo.
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