Regia di Khyentse Norbu vedi scheda film
Perché sognare l'America quando si ha, letteralmente, il mondo ai piedi? Il Bhutan, che il 99,9% di noi non sa nemmeno dove sia, è uno stato asiatico arrampicato sull'Himalaya, e fa da sfondo alla vicenda di questo filmetto diretto dall'autore della "Coppa", il film sui lama tibetani che vogliono vedere i campionati del mondo di calcio.
La morale del film è più o meno qui, nell'interrogativo citato all'inizio, ma procede per dualismi e coppie: Dondup che parte e l'amico che resta; Dondup e il monaco; Dondup e il venditore di mele; Dondup e il monaco contrapposti invece al contadino e a sua figlia Sonam; i due fratelli del racconto del monaco; Sonam e Deki, le due ragazze. Alla fine la storia è quella di un viaggio che non si compie, dove i maghi non sanno neppure fare pozioni e i viaggiatori restano fermi. E tutto sommato, si rendono conto, non è nemmeno un male.
"Maghi e viaggiatori" è un film insolito, non un capolavoro, ma un buon film che, anche grazie all'ambientazione ad altissima quota, ci fa respirare una boccata d'aria buona.
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