Dondup, funzionario governativo, lavora (si fa per dire) in un villaggio su per le montagne e aspetta di partire per l'America. Quando si mette in viaggio, si capisce subito che gli sarà difficile arrivare anche soltanto alla cittadina più vicina: perde la corriera, incontra altra gente, va avanti a piedi insieme a un vecchietto con una cesta di mele da portare alla fiera, a un monaco musicista e narratore di vecchie storie e soprattutto alla bella Sonam.
Note
Il film è girato con cura, è pensato per il mercato internazionale e strizza l'occhio allo spettatore occidentale: il punto è vedere se c'è ancora, sotto la patina della confezione, il sapore della sincerità.
Perché sognare l'America quando si ha, letteralmente, il mondo ai piedi? Il Bhutan, che il 99,9% di noi non sa nemmeno dove sia, è uno stato asiatico arrampicato sull'Himalaya, e fa da sfondo alla vicenda di questo filmetto diretto dall'autore della "Coppa", il film sui lama tibetani che vogliono vedere i campionati del mondo di calcio.
La morale del film è più o meno qui,… leggi tutto
Il regista Khyentse Norbu, lama buddista, nato in una remota regione del Bhutan orientale nell’Anno del Bue del Metallo, cioè nel 1961, è il fortunato autore di La coppa, simpatico film girato con pochi mezzi e distribuito un po’ dappertutto. Adesso, di mezzi, ne ha di più, il film è girato con cura, è pensato per il mercato internazionale e strizza l’occhio allo spettatore… leggi tutto
Cosa ci può essere di più triste di un abitante nel piccolo regno del Bhutan, incastonato nella catena dell’Himalaya, che ascolta musica americana e indossa una t-shirt griffata “I Love NY”?
Khyentse Norbu, collaboratore di Bertolucci per L’ultimo imperatore, con Maghi e viaggiatori, presentato nella Sezione Controcorrente della 60° Mostra del cinema di Venezia, torna sul rapporto… leggi tutto
Il regista Khyentse Norbu, lama buddista, nato in una remota regione del Bhutan orientale nell’Anno del Bue del Metallo, cioè nel 1961, è il fortunato autore di La coppa, simpatico film girato con pochi mezzi e distribuito un po’ dappertutto. Adesso, di mezzi, ne ha di più, il film è girato con cura, è pensato per il mercato internazionale e strizza l’occhio allo spettatore…
La cosa importante dei film orientali, non tutti ma molti, è che hanno mantenuto il loro "monogatari", per citare una nota casa cinematografica (Silvio Soldini), la loro favola, il loro racconto. Hanno cioè una solida struttura, una lettura importante, possente, per quanto semplice sia.
Un film "piccolo" e sentito che viene dal lontano Buthan, sulle aspettative e i desideri di cambiamento. Sull'abbandono del proprio paese verso la modernità e le promesse (illusorie) della "mitica" america. Nell'attesa di una corriera e con l'ausilio di una storia raccontata da un monaco, Yangzom riscoprirà la sua terra, le tradizioni e troverà l'amore. Intensa, ma un po' da cartolina, la…
Perché sognare l'America quando si ha, letteralmente, il mondo ai piedi? Il Bhutan, che il 99,9% di noi non sa nemmeno dove sia, è uno stato asiatico arrampicato sull'Himalaya, e fa da sfondo alla vicenda di questo filmetto diretto dall'autore della "Coppa", il film sui lama tibetani che vogliono vedere i campionati del mondo di calcio.
La morale del film è più o meno qui,…
Nel Bhutan d’oggi, i bhutanesi sono del ieri, solo il giovane Dondup desidera raggiungere “la terra dei sogni”, la grande America; e un giorno ha la possibilità di farlo, dato che là gli si è presentato un lavoro, come coglitore di mele; Dondup parte, ma perde la corriera che lo avrebbe dovuto portare all’aeroporto; inizia così per lui un viaggio verso la riscoperta delle proprie…
Il regista Khyentse Norbu, lama buddista, nato in una remota regione del Bhutan orientale nell’Anno del Bue del Metallo, cioè nel 1961, è il fortunato autore di La coppa, simpatico film girato con pochi mezzi e distribuito un po’ dappertutto. Adesso, di mezzi, ne ha di più, il film è girato con cura, è pensato per il mercato internazionale e strizza l’occhio allo spettatore…
Questo film, primo ad essere prodotto nel Buthan, racconta la storia di un giovane funzionario statale smanioso di abbandonare la propria terra per raggiungere l' America, patria di tutte le occasioni.Alla prima occasione propizia fa per dirigersi verso una città da cui definitivamente partire, ma giunge tardi.Dovrà dunque aspettare, in compagnia di altri quattro viaggiatori:un padre con la…
Cosa ci può essere di più triste di un abitante nel piccolo regno del Bhutan, incastonato nella catena dell’Himalaya, che ascolta musica americana e indossa una t-shirt griffata “I Love NY”?
Khyentse Norbu, collaboratore di Bertolucci per L’ultimo imperatore, con Maghi e viaggiatori, presentato nella Sezione Controcorrente della 60° Mostra del cinema di Venezia, torna sul rapporto…
Non è solo un buon film che racconta e risolve con efficacia e poetica semplicità uno dei temi piu’ ancestrali dell’animo umano, ma e’ un buon film secondo la mia opinione anche dal punto di vista della regia.
Realizza inquadrature sempre appropriate, capaci di enfatizzare nella giusta misura la storia che si racconta, ma senza eccessivi virtuosismi. Inoltre è splendida la…
Credevo di andare a vedere un film illuminante come "Samsara", che nella sua leggerezza c'e tutto il mondo, invece ho visto "In viaggio con papà", ma senza Albertone e Carletto (...e neanche quello mi era piaciuto tanto). Un piccolo punto a suo vantaggio è dato dall'evidenziare che l'Amerika ha contaminato anche il più sperduto villaggio del più sperduto Stato orientale, allontanando anche…
Può capitare, a volte, che il trailer di un film possa essere più coinvolgente, interessante ed accattivante della stessa opera che si vuole pubblicizzare! E’ il caso del film “Maghi e viaggiatori” del regista bhutanese Khyentse Norbu, noto per il successo internazionale della sua opera prima “La Coppa”. Il film,infatti, delude le aspettative di un ben confezionato trailer mai…
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Commenti (1) vedi tutti
Raccontino carino e nulla più, in pratica una storiella moraleggiante, ben fatta, con una protagonista carina, ma filmetto già dimenticato.
commento di tobanis