Regia di Sofia Coppola vedi scheda film
Bob Harris un attore americano caduto in bassa fortuna si trasferisce per una settimana a Tokyo, dove è stato ingaggiato per pubblicizzare un noto marchio di whisky. Disorientato in una realtà completamente diversa da quella in cui è abituato a vivere, troverà una sorprendente affinità di visioni con la giovane connazionale Charlotte, ospite dello stesso albergo, anche lei essenzialmente sola, essendo il marito fotografo occupato a lavorare. Tra il maturo e compassato divo e la ventenne neolaureata in filosofia tormentata dalle incertezze, si instaura un intenso ma delicato rapporto di complicità e affetto, impregnato di nostalgia perché destinato dal principio ad avere breve durata.
Sofia Coppola, talentuosa figlia d’arte, già fattasi notare per il controverso “Il giardino delle vergini suicide” dirige con tocco discreto, ispirato ed elegante una sussurrata storia di incomunicabilità, di smarrimento, di solitudine, d’amore, che si dipana tra gli ambienti sofisticati e sovraffollati di una città straniante, anche lei a suo modo protagonista della pellicola, con le sue infinite luci e vetrate, le tradizioni secolari mescolate alle tecnologie futuristiche.
A dettare i tempi di una narrazione spesso rarefatta sono le ottime interpretazioni di Bill Murray (segnato e malinconico) e Scarlett Johansson (bella e genuina), che si compensano dando origine a scambi di opinioni ora leggere ora profonde, comunicando più spesso con gli sguardi piuttosto che con le parole, riuscendo a superare la differenza anagrafica e l’opprimente senso di incomprensione per ciò che li circonda e apprestandosi a guardare con maggiore consapevolezza di sé l’avvenire che li attende.
Incantevole ed emozionante.
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