Regia di Ridley Scott vedi scheda film
Quando c'è Cage in un film di solito mi sento ingabbiato nel giudizio negativo visto che poche volte mi ha fatto cinguettare di piacere durante la visione delle sue interpretazioni fotocopiate, lo Scott dell'ultimo decennio paga lo scotto di una carriera nata sotto il segno di uno scottante talento ma che ultimamente ha trovato la Scottex come sponsor unico per i suoi taiolini scotti però questa volta sia l'uno che l'altro hanno fatto qualcosa di diverso: Cage è in grande spolvero nel tratteggiare un truffatore Robin Hood e anche un pò Butch Cassidy visto che è un delinquente non violento che ruba ai ricchi per dare alla sua povera esistenza condizionata dall'igenismo sfrenato, la solitudine domiciliare scaturita dall'abbandono della moglie in dolce attesa di una figlia che non ha mai neanche visto e una tempesta di tic nervosi che lo travolgono anche quando dovrebbe mantenere la flemma del truffatore più scafato,a sua volta Scott lo segue con leggerezza firmando il suo film più semplice per forme stilistiche, si sbizzarrisce solo quando deve metterci nell'ottica delle crisi nevrotiche del suo protagonista dando spazio a soggettive velocizzate e sfocate incastrate in una sceneggiatura piacevolissima e senza alcun intoppo, anzi parecchie svolte aprono nuovi orizzonti all'interno del film che oscilla fra commedia e dramma senza soluzione di continuità.
Nicholas Cage è sicuramente più efficace quando il suo personaggio deve agganciare lo spettatore come le vittime delle sue truffe piuttosto che nei frangenti dove vorrebbe commuovere mentre fanno un figurone in entrembi i casi il suo complice e pupillo interpretato da un sempre più bravo Sam Rockwell e la fondamentale Alison Lohman nel ruolo della misteriosa figlia incontrata per la prima volta dopo quattordici anni dalla sua nascita che entra a piccoli passi nella gang ormai rodata da anni.
Scott mette molto sale sulla coda con colpi di scena di tutte le misure e di tutti i generi forse per soddisfare un pò tutti.
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