La recensione su Mr. Morfina

In originale Novocaine (uno dei più vecchi anestetici locali, sintetizato per la prim volta nel 1905 dal chimico tedesco Alfred Einhorn e oggi generalmente più noto con il nome di Procaina), Mr. Morfina è una commedia d'azione diretta da Dan Berk & Robert Olsen, già autori del thriller Body, dell’horror vampiresco Stake Land II, della commedia nera Villains approdando anche alla fantascienza con Significant Other, e scritta da Lars Jacobson ed è un prodotto piuttosto particolare, la cui originalità risiede nell'alterazione delle regole dell'action comedy più tradizionale basandosi sull’improvvisa trasformazione del protagonista, il classico uomo comune ed eroe per caso, in una specie di involontario supereroe e proseguendo all’estremo sull’idea di dolore in antitesi al concetto di (in)vulnerabilità, e giocando molto su un’idea di comicità, molto slapstick, di moda soprattutto negli anni’90 (vedi L’ultimo Boy Scout e, soprattutto, Last Action hero).

L'insensibilità congenita al dolore con anidrosi di cui è afflitto il protagonista, citando Wikipedia, “è una patologia congenita rarissima del sistema nervoso caratterizzata fondamentalmente da assenza tattile e assenza della sudorazione e quindi impossibilità di avvertire il dolore, il calore e il freddo", permette l’inclusione della black commedy all'interno dell'action movie, con spruzzata di commedia romantica a cui non mancano incursioni nello splatter (o nel gore) ma sempre con un tono divertito che vira spesso al demenziale.

Dietro alla palese chiave umoristica di rilettura del classico action hero hollywoodiano (più alla John McClane che non alla John Wick) si nasconde però anche una lettura non scontata sul concetto di salvezza (alla fine, è più “lui” a dover essere salvato che non “lei”) e in cui l’elemento di rottura è proprio l’outsider che diventa l’improbabile eroe action per un cortocircuito narrativo nel quale la propria disabilità, e che lo rendono per l’appunto un outsider, si rivela invece il proprio personale “superpotere” per un inusuale “coming of age” a cui si aggiunge anche una forte (e bizzarra) componente romantica ma che non perde mai il proprio focus di facile intrattenimento.

Già da questo si evidenzia di come sia stato fondamentale la scelta dell'attore protagonista nel rendere essenziale la credibilità di una simile premessa ed ecco che si rivela vincente la la fisionomia delicata(ma anche ipercinetica) di Jack Quaid, figlio di Meg Ryan & Dennis Quaid e visto principalmente in The Boys e in Scream 2022, il cui volto, tra lo stralunato e il disincantato, quasi da cartone animato, incarna perfettamente l’assurdità della situazione.

Ad accompagnarlo il fascino esotico di Amber Midthunder, attrice di origine pellerossa vista anche in Prey, Jacob Batalon (il Ned Leeds della saga di Spiderman del MCU), il villain Ray Nicholson (a sua volta figlio di Jack Nicholson & Rebecca Broussard e visto recentemente in Smile 2), Betty Gabriel, Matt Walsh ed Evan Hengst.

A questo bisogna poi aggiungere anche una grande soundtrack, dall’iniziale (ed esplciativa) Everybody Hurts dei REM a This is Gonna Hurt di Dirty Nice, dai The Darkness con I Believe in a Thing Called Love fino ai Chicago con You're the Inspiration.

Un'idea intuitiva e originale al servizio di un classico titolo passatempo, film semplice e “indolore” che sembra arrivare dagli anni’90 e che quindi funziona anche nelle sue volute (!?) ingenuità e votato costantemente all’intrattenimento più godibile e smaliziato.

VOTO: 6