Regia di François Dupeyron vedi scheda film
Dopo avere visto certi film iraniani (e prendo come esempio quelli per il simile e comune esotismo), non posso che rimanere perplesso di fronte alle intenzioni di Dupeyron. La sceneggiatura non affonda mai in maniera convincente, è un taglio superficiale che lascia una crosta che immancabilmente si staccherà per perdersi e confondersi nelle tante immagini che si vedranno proiettate nella vita. Sembra più un esercizio di stile che qualcosa di veramente sentito e vissuto. La scontatezza spesso è di casa e Omar Sharif ha fatto di meglio. Nonostante tutto il film non risulta essere noioso e neanche patetico (e questo è un punto a suo favore). Le pillole di saggezza sono luce su cose risapute, però a volte può far bene sentirle rimarcare. Mi è piaciuta molto la distinzione tra le immondizie del mondo!
Mi è piaciuta parecchio, con queste musiche anni '50(?) un po' jazz e un po' blues. Sicuramente una delle cose più belle del film.
In un film come questo ci potrebbero essere delle grandi opportunità di approfondimento tra due mondi diversi. Non si risolve tutto nell'odore dell'incenso, della cera o dei piedi! Avrei sicuramente dato più spazio alla poesia scenografica e coranica per comunicare qualcosa che andasse dritto in fondo al cuore e al sentire. Un'occasione sprecata!
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