Regia di Bernardo Bertolucci vedi scheda film
Bertolucci e il '68,a oltre trent'anni di distanza,un film che parla di quel momento cosi'particolare nella storia della societa'moderna,un crocevia inevitabile e decisivo per molto di quello che è venuto dopo,idealmente parlando.L'autore di "Ultimo tango" torna a Parigi con una non-storia di erotismo,ricordi,rancori e amori,di corpi nudi presentati nella loro screanzata onesta',e insieme immette anche omaggi al cinema mitico della Garbo,della Nouvelle vague,di Chaplin e Hawks.I tre giovani in scena dall'inizio alla fine,sono l'americano William Pitt,un simil-Di Caprio che rappresenta un bizzarro connubio di idealismo e assensatezza,e i francesi Garrel ,dall'atteggiamento un po'scostante di chi parla per partito preso,ed Eva Green,un'esplosione di fascino e sfacciataggine.Bernardo Bertolucci sembra voler fare una sorta di celebrazione di quegli anni cosi'densi di passione e movimento di pensiero e di popolo,eppure traspare una forma di critica,benevola ma concreta,agli intellettuali chiusi nei salotti e poco avvezzi a buttarsi anima e corpo nell'onda della protesta.La prima parte puo'apparire un po'leziosa,ma progressivamente il film perde in spensieratezza e l'atmosfera si fa piu'torbida,ma il senso ne guadagna.Scene erotiche sostanziose,qualche morbosita',soprattutto nella concezione della non-crescita dei due fratelli,e nostalgia che non manca,certo,ma colpisce soprattutto lo sguardo "forever young" con cui l'autore osserva questa generazione di giovani,forse l'ultima davvero,che nel cambiare il mondo ci credeva sul serio.
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