Regia di Bernardo Bertolucci vedi scheda film
Un film che è passato molto inosservato nel 2003 è "The dreamers". Il film è un capolavoro non solo per Eva Green ma per l'intensità e le emozioni che percorrono lo spettatore che si trova catapultato nel '68 francese. Non credo che Bertolucci sia un grande regista, ma in questo film ha tirato fuori il meglio di se stesso: la rivelato le sue ossessioni. Non a caso, le emozioni che si provano guardando "The dreamers" sono diverse da quelle che si vivono guardando "Ultimo tango a Parigi" e la differenza sta in questo: Bertolucci ha raccontato se stesso. Gli altri film sembravano quasi stilizzati nei movimenti, mentre questo ha un'intensità e uno spessore artistico non da poco. Il regista ha espresso i suoi sogni. E' come se avesse detto: La vita è fatta dalla rivoluzione, dall'amore e dalla scoperta del sesso. Il fatto che il film possa risultare noioso sta nel fatto che Bertolucci ha raccontato il suo lato più umano che a molti non può interessare o lasciare indifferenti. E che cos'è, se non il cinema, il mezzo per far conoscere a tutti i nostri sogni ed ideali? Gli ideali di Bertolucci sono la rivoluzione e il sesso.
Questo film è un viaggio. Un viaggio nella trasgressione. Guardando il film ci sembra di respirare l'aria di trasgressione e rivoluzione che ricopre la scena. Il viaggio nel sesso è l'aspetto che Bertolucci ha voluto descrivere come espediente per raccontare lo spirito di cambiamento che nel 1968 interessava i giovani. E ci è riuscito benissimo.
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