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La macchia umana

Regia di Robert Benton vedi scheda film

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Luisa86

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La recensione su La macchia umana

di Luisa86
8 stelle

Finalmente posso scrivere la mia opinione su questo film, che attendo da oltre un anno (il protagonista, Sir Hopkins, è il mio attore preferito e ne sono fiera), e ho visto con grande emozione e senza aspettative, dopo aver letto opinioni dissacranti, giudizi freddi, commenti positivi, e dopo aver seguito in televisione (per quanto è stato possibile) tutte le interviste che sono riuscita a rabberciare dopo il famigerato Festival di Venezia 2003. Dal film ho avuto più di una sorpresa: la più grande è rappresentata da Gary Sinise, che ho trovato assolutamente straordinario, perfetto, magistrale, insomma: non l'avevo mai visto così in forma! Ha saputo dare grande importanza al suo personaggio, e mi auguro di tutto cuore che sia premiato con l'Oscar come miglior attore non protagonista. Sarebbe giusto. La mia seconda sorpresa è stata Nicole Kidman: dopo averla ammirata in "Ritratto di signora", "Moulin Rouge", e "The Others" (per citarne solo alcuni), non capisco perchè sia declinata tanto: certo non sto dicendo che la sua è stata un'interpretazione orrenda e inutile, nè lo penso. Ma ho spesso avuto la sensazione che recitasse con eccessiva caricatura e sembrasse un po' costruita, e questo non ha giovato al risultato. Per quanto riguarda Ed Harris, in fondo ha fatto ciò che gli veniva richiesto: l'emerito bastardo con sfumature psicopatiche. Ed eccoci finalmente all'inevitabile protagonista, l'attore a cui più sono stata attenta: Sir Anthony Hopkins. Che, poverino, era piuttosto inadatto al ruolo che ha interpretato eppure, e per questo merita di essere elogiato, ha saputo caricare Coleman Silk di un notevole spessore, dargli quell'espressione a metà fra la tristezza, l'amarezza, la delusione e la rabbia. Ha salvato addirittura alcuni momenti della sceneggiatura, pronunciando frasette messe lì per fare effetto in modo così sincero da non essere affatto patetico, ma da apparire davvero come un Achille in una tragedia greca. er quanto riguarda il resto, devo dire che la sceneggiatura è buona, specialmente perchè abbellisce la relazione fra Faunia e Coleman ed è più generosa col personaggio di lei rispetto all'autore del romanzo, il bravo Philip Roth. Il romanzo è stato abbastanza rispettato, anche se la denuncia politica è passata un po' in secondo piano rispetto alla vera questione: ovvero, come può la vita di un uomo onesto, rispettabile, forte, andare in pezzi per colpa dell'invidia, dell'odio, del razzismo, della calunnnia e di quell'odiosissimo vizio che ha la gente: non pensare mai ai propri affari. Notevole l'ambientazione, assolutamente perfetta, e quella fotografia fredda, glaciale, triste, amara, sconsolata come la vita di due persone distrutte dal mondo e in cerca di un po' di serenità, una ricerca vana, perchè non riescono ad ottenerla. Addirittura si fanno del male l'una all'altro, prima di capire davvero. E, proprio quando le cose savano migliorando, ecco che il destino (traduzione: Farley) ci si mette di mezzo. I flashback non sono affatto male, come alcuni critici sostengono. Anzi, gli interpreti sono adatti e capaci. Resta un dubbio: perchè non è stato spiegato il significato del titolo, come invece accadeva nel libro? Sì, è intuibile, ma un'estrinsecazione del pensiero di fondo sarebbe stata utile. Insomma, questo non sarà un capolavoro, nè un film sensazionale: al contrario, è intimsta, tocca corde private, pizzica temi diversi e lascia spazio per importanti riflessioni. E se una di quelle poche scene d'amore fra Hopkins e la Kidman (tanto osannate, tanto discusse, ma perchè?) sembra un po' imbarazzata, ma non è così evidente, di sicuro non si può fare a meno di sorridere, ma al contempo amareggiarsi, in quell'ultima dolcissima scena in cui ballano stretti, entrambi appesantiti da un grave fardello, entrambi attaccati l'uno all'altra malgrado le profonde diversità, lei bisognosa di protezione, lui in cerca di qualcuno da proteggere, in quella luce soffusa e delicata, soli al mondo, stanchi del mondo.

Sulla trama

Come ho scritto, rispetta il romanzo. iustamente inserita la frase "correttezza politica: mai sentito un esempio migliore di ossimoro".

Sulla colonna sonora

ntimista, come tutto il film. Delicata, minimalista, una grande Rachel Portman, anche senza sfoderare melodie forti e orecchiabili.

Cosa cambierei

Non saprei, a dire il vero. Forse darei una spinta più originale al film, e migliorerei l'interpretazione della Kidman.

Su Gary Sinise

Fantastico.

Su Ed Harris

Come ho scritto sopra, adatto al suo ruolo.

Su Nicole Kidman

Un po' sotto tono.

Su Anthony Hopkins

Fantastico, davvero. Ha dato nuova luce all'incerto personaggio di Coleman Silk, rendendolo una persona buona e rotettiva. E non potrebbe fare altrimenti, quando sfodera il suo sorriso sincero e disarmante, senza inganni o doppi giochi. E' un grande, anche quando gli spettano ruoli difficili e un po' inadatti, sa cavarsela al meglio e rendersi l'indiscusso protagonista di quello che interpreta.

Su Robert Benton

Avrebe potuto fare qualcosa di meglio, non lo nego, si è adagiato un po' sugli allori. Ma è riuscito, a modo suo.

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