Regia di Robert Benton vedi scheda film
Un professore universitario viene licenziato per aver pronunciato una frase razzista; poi, in successione, perde la moglie, fa amicizia con uno scrittore in crisi e intreccia una relazione con una donna delle pulizie il cui ex marito, reduce del Vietnam, la perseguita. Solo a metà film apprendiamo qual è la vera storia a cui stiamo assistendo: quella di un rapporto drammaticamente conflittuale con le proprie radici; a quel punto guardiamo con occhi diversi ciò che segue e anche ciò che precede, ma al tempo stesso ci appassioniamo molto più al racconto ricostruito nei flashback (un Lo specchio della vita al maschile) che a quello ambientato nel presente. Questo è lo scompenso che guasta mezzo film: avere un soggetto di gran lunga più interessante dei personaggi adulti, Hopkins infantile, Kidman esagitata, Harris macchiettistico, Sinise insignificante. Però, siccome Benton è il bravo mestierante che conosciamo, riesce a portare a termine il compito senza troppi danni.
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