Regia di Woody Allen vedi scheda film
Dell'ultima produzione alleniana, Anything Else è uno dei film migliori, che si eleva dalla piatta ripetizione di cliché, che caratterizza film del tipo La dea dell'amore o Melinda e Melinda, solo per citarne due. E i personaggi, anche quelli più buffi e ridicoli, sono personaggi veri, non caricature e macchiette, come per esempio la Charmaine di Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni. Intendiamoci: non è che cambino le tematiche del cinema di Allen, ma questa volta vengono rivissute e riesposte secondo stilemi che catturano l'attenzione dello spettatore attento e pronto a lasciarsi divertire. Qui il Woody autore sdoppia il proprio personaggio in un giovane comico e in un vecchio cattivo maestro, il quale, come un paradosso vivente, da un lato invita il giovane amico Falk a non accettare i consigli degli altri, e dall'altro lato non fa altro che dargliene in continuazione: e spesso di sbagliati ed avventati, fino a causare quasi la morte del suo manager ed a fargli abbandonare l'amata New York per un lavoro assai aleatorio in quella Los Angeles che, nel cinema alleniano, ha sempre rappresentato un albero dai frutti proibiti dal quale tenersi il più possibile lontano. Probabilmente il regista rappresenta, nel personaggio di Dobel, professore saccente e un po' pazzo, un sé stesso ormai liberato dai lacci delle autocensure, che può dare giudizi liberi e spregiudicati su qualsiasi cosa, a costo di fare del male agli altri e a sé stesso: così, può sfasciare la macchina di due energumeni che con la prepotenza gli avevano soffiato il posto al parcheggio, può, alla fine uccidere uno dei due poliziotti che avevano sprezzantemente definito Auschwitz «un parco a tema», ed anche proclamare che lo strizzacervelli di Falk «come Dio non parla» e «come Dio, è morto».
Per l'ennesima volta, Woody Allen ci dice che la vita è complicata («like anything else», secondo le parole di un tassista), ma che non si può fare altro che accettarla per come è.
Ottimi i due vecchi attori Allen e De Vito, bravo anche Jason Biggs, venuto dalla commedia demenziale, meno centrata, a mio parere, Christina Ricci, una eccellente attrice, che forse sconta la parte di spalla odiosa e opportunista del film.
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