Regia di Andrej Zvyagintsev vedi scheda film
Un uomo ritorna a casa dopo anni di assenza e porta a pescare i suoi due figli adolescenti. La meta è un isola deserta nei pressi della quale tempo addietro una nave fece naufragio. La figura del padre, che in una delle prime scene viene accostata al Cristo morto del Mantegna, resterà avvolta nel mistero. Il viaggio come tutti i racconti iniziatici è costellato di difficoltà. Il più giovane dei due ragazzi è il meno propenso ad assoggettarsi a questo Padre a lungo assente e ora inconoscibile, che si affaccia nella loro esistenza non con parole che leniscono le ferite ma chiedendo obbedienza e sacrifici. La parabola è cristica ma fortemente ancorata alla singolarità dei luoghi e dei personaggi. Dal film, problematico e per certri versi enigmatico, emerge un unico messaggio: non vi è crescita senza separazione, perdita e dolore. Dopo un inizio che si attarda compiaciuto davanti a sordidi paesaggi suburbani nei quali sopravvivono i relitti di un umanità senza guida e quindi morente, il film si apre lungo spazi ariosi e orizzonti marini a una possibile salvezza.
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