Regia di Andrej Zvyagintsev vedi scheda film
Noioso, gonfiato spropositatamente dalla critica, questo film non aggiunge nulla di nuovo alla storia del cinema. Le dinamiche familiari e lo scontro padre-figli non ha nulla di nuovo, niente di mai visto e oltretutto è superficiale. Non dire non significa approfondire o aprire nuovi orizzonti all'immaginazione, perché per fare questo bisogna non dire con stile. Qui si è di fronte a un non racconto vestito della banalità di un racconto senza scopo. La razionalità e il distacco con cui è girato questo film lo rendono ancor più freddo e piatto. Diciamo che in una scala del mio umore dall'inizio alla fine del film c'è stato un movimento piatto, orizzontale, morto, inesistente. Arriva un padre dopo dodici anni di assenza, prende i figli, il film rasenta il ridicolo quando questo comanda a bacchetta i figli e uno di loro esegue come un automa tutti gli ordini, la risata è irresistibile di fronte alla freddezza con cui il padre zittisce il figlio che racconta barzellette dicendogli "va bene, ora basta, grazie per la compagnia". Dovrebbe essere una tragedia, la tragedia si consuma, ma il cuore non ha modificato di un millesimo di secondo il proprio battito, la bocca si è spalancata qualche volta e servirebbero degli stuzzicapalpebre per tenerle aperte. Insomma, deludente! Vogliamo vederci tensioni, dinamiche nei rapporti genitori-figli, prove d'amore e d'idiozia e quant'altro potremmo trovare in questa storia? Vediamoli, ma non perché ci sono, perché il film è talmente incompleto che lo potremmo fare noi con la nostra testa. E sarebbe comunque meglio! Salvo la scenografia: bella!
Fuori luogo, cupa a dismisura, a volte sarebbe degna di un film dell'orrore e invece non rappresenta proprio nulla. Senza sarebbe stato più originale.
Approfondirei tutti gli aspetti buttati lì. Dalla minuscola pozzanghera di creatività che c'è alla base toglierei i mille sassi lanciati che l'hanno coperta, nascosta, soffocata inesorabilmente senza motivo.
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