Regia di Andrej Zvyagintsev vedi scheda film
un ritorno allo stato primitivo dell'essere umano, su di un'isola disabitata. forse il padre vorrebbe riuscire a creare un rapporto coi figli che sono costretti a dire papà. l'unica certezza che quell'uomo è il padre allontanatosi per 12 anni è che a rassicurarli in tal senso è la loro madre. una fotografia sembrerebbe confermarlo. vengono attratti dal viaggio con un esca, almeno la macchina e la gita per andare a pesca la sembrano. i figli abboccano e la madre non dice niente. da lì comincia un addestramento a diventare figli e ad accettare quello sconosciuto come padre. sembra quasi come un animale che insegna ai propri cuccioli a sopravvivere. nelle espressioni del padre non c'è sentimento alcuno. gli unici atti di cui sembra capace sono di imposizione. i fratelli da spettatori guardano. il più giovane è rabbioso, diffidente, ribelle a farsi dire cosa fare. il fratello più grande è più remissivo. una volta arrivati sull'isola, sono lì, loro tre, insieme per forza. il loro rapporto assomiglia alle tempeste che tutti i giorni li batte senza tregua. assistiamo al disseppellimeto di una scatola di ferro da parte del padre che viene messa davanti ai nostri occhi. in seguito viene riposta in un vano sulla barca senza che si sappia cosa nasconde, come del resto non sappiamo nulla dell'uomo che muore nell'atto di scalare un faro. il film mi sembra quasi una riflessione sulla figura del padre nell'ambito familiare. un padre in quanto tale perchè dispensatore di sperma, scartato poi dall'allevamento dei propri cuccioli per mantenere la famiglia. quei pochi giorni passati insieme alla figura paterna mai conosciuta, spariscono per sempre in fondo al lago insieme alla misteriosa scatolina di ferro, nella bara di legno della barca. l'unica volta che il fratello più giovane riuscirà a dire, urlare, la parola papà spontaneamente, sarà quando il suo corpo sta sparendo sott'acqua. quasi che non potendo nemmeno avere una lapide sulla quale recarsi, li privi definitivamente di un riferimento che si erano abituati a non avere, a non cercare.
un film dove i sentimenti sono aspri come il paesaggio e primitivi come il tempo
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