Regia di Manoel de Oliveira vedi scheda film
Un film che si costruisce su stile Torre di Babele, dove la didascalia fa da cornice, volutamente, le difficoltà dei sottotitoli si superano velocemente dopo un iniziale smarrimento si entra nel discorso e tutto prende la piega giusta elasticizzando la nostra mente in un gioco linguistico che diventa naturale. Un film dove la parola ha un posto tutto suo e la parola significa conoscenza della storia e di sé stessi, un gioco fra madre e figlia chiaramente divulgativo, una riunione al tavolo del comandante della nave per raccontare re sé stessi. Insomma un film che si basa su un gioco intellettuale che solo un autore come questo si poteva permettere di fare, con il finale , e quindi in pochi secondi, si prende tutto il significato che ha voluto imprimere, un silenzio, una bocca che rimane senza parole esprime tutto, e quindi la parola, che fino ad allora ha dominato viene a mancare di significato. Quando sembra che tutto si incontri, persino le difficoltà di lingue diverse, ecco che tutto viene spazzato via da una forza che non si può fermare, in un attimo; un saggio, che però riesce a non estraniarsi dall'atmosfera cinematografica, malgrado tutto.
Una storia didascalica che si erge a simbolo
Una regia che si avvicina a Bunuel come non mai, ma che ha sempre il suo lato che la distingue
Un personaggio duttile
Dà molto al suo personaggio e a noi arriva nella maniera giusta.
Costruito perfettamente su di lei, anche se è una personadi affari
La Sandrelli non fa la figura che le altre fanno, e me ne dispiace, ma la pochezza delle sue doti in un film come questo non poteva che emergere
Una Papas sublime e disponibile come non mai
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