Regia di Manoel de Oliveira vedi scheda film
E' un film parlato in quattro lingue contemporaneamente, nella parte finale, in cui le tre attrici ed il capitano (che parla inglese, ma è di origine polacca) siedono allo stesso tavolo; ed è anche un film che parla nelle varie lingue della cultura dell'occidente: da Marsiglia all'Egitto, ogni tappa è un'occasione per ripercorrere quasi documentaristicamente - il che rappresenta anche un limite del lavoro, a tratti sforzato verso questo tipo di approccio - la storia degli ultimi quattro millenni. La madre e la bambina ben simboleggiano l'umanità che tramanda il proprio sapere di generazione in generazione, la nave va interpretata come il viaggio dell'uomo alla ricerca continua del sapere; c'è inoltre un buon piano concreto su cui si svolge una trama minima, ma efficace. Come la deflagrazione improvvisa e senza possibilità di appello che sancisce la fine di un'avventura fatta di piacevoli scoperte e significativi incontri (che è in effetti metafora della morte e della vita stessa). De Oliveira ha qui 94 anni e la sua memoria è ancora al nostro servizio: strepitoso.
Una donna fa una crociera attraverso il Mediterraneo con la figlioletta, per poi passare dal Mar Rosso verso l'India, dove il marito - pilota di aerei - le attende. Mentre trascorrono le visite a Marsiglia, Pompei, Atene, la Turchia, l'Egitto, la donna e la bambina fanno amicizia con il capitano della nave e tre attrici (un'italiana, una francese e una greca); quindi la notizia di una bomba a bordo fa sfollare la nave. Ma qualcuno non riesce a salire sulla scialuppa in fuga...
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