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21 grammi

Regia di Alejandro González Iñárritu vedi scheda film

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La recensione su 21 grammi

di rickdeckard
7 stelle

I virtuosismi della cinepresa seguono una storia poco originale ma di infallibile potenza ed efficacia, con temi esistenziali come la religione, la Fede, le relazioni e la morte. Inarritu gestisce il tutto con grande abilità registica, realizzando però una pellicola troppo ambiziosa e, a tratti, auto-compiaciuta. Gli attori sono magnifici. Voto 7

Al suo secondo film, il primo prodotto a Hollywood, il talentuoso regista Alejandro G. Inàrritu traspone sullo schermo l'intricata sceneggiatura di G. Arriaga, dalla complessità tematica molto ambiziosa, forse troppo: tra i principali temi trattati ci sono la Provvidenza Divina e la Fede, nonché la perdita di quest'ultima a causa di un presunto tradimento di Dio verso il personaggio di Benicio Del Toro, un individuo inizialmente devoto al Signore, tormentato ed ossessionato dai suoi peccati, ed interpretato con meravigliosa rassegnazione dall'attore spagnolo. La tematica portante del film però non è la religione, ma la morte, unico vero filo conduttore di un racconto poco originale al livello tematico ma incredibilmente potente ed efficace dal punto di vista narrativo, grazie alla splendida fotografia, che segue, attraverso la ripresa a spalla, le tragiche vicende dei tre protagonisti, tutti e tre personaggi che hanno paura della morte ma in continua lotta contro le disgrazie della loro vita, arrivando a domandarsi se sia meglio continuare a vivere o finire la propria esistenza. In molte scene l'intero film si affida completamente alla straordinaria bravura dei tre protagonisti, tutti e tre con stili di recitazione diversi ma capaci di creare un equilibrio all'interno della pellicola di grande coinvolgimento emotivo, ormai poco frequente nel cinema contemporaneo. Non è facilmente comprensibile perché il regista abbia scelto di raccontare le tre vicende in modo frammentato, se per una presunta funzionalità o per un semplice autocompiacimento, ma in ogni caso ritengo che una storia più lineare avrebbe giovato al film. In conclusione, un'opera piuttosto matura per essere solo il secondo film di un regista assai promettente, ma che, proprio perché è tra le prime, cade in alcune ingenuità, tra cui la scarsa originalità e l'eccessiva durata, compensata in parte da un racconto intenso, fortemente drammatico, potente e per questo molto efficace, e recitato magistralmente dai tre attori protagonisti.

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