Regia di Alejandro González Iñárritu vedi scheda film
Mi spiace che diversa critica l'abbia cestinato. Ma il film di Inàrritu piace. Piace probabilmente a chi come me (25 anni e dintorni) apprezza alcune soluzioni registiche, che se per molti sono presuntuose, a noi piacciono perchè concretizzano benissimo la "malattia" di fondo di molti personaggi cinematografici. La fotografia sgranata e ruvida è bellissima! E poi quelle inquadrature di angoli di mondo che forse più di tanto non c'entrano con la storia, convincono. La struttura frammentata del film è efficacissima. Perchè? Perchè la vita è frammento. I volti sono frammenti. Le nostre idee e i nostri pensieri sono frammenti. Sono dei veloci frame che sembrano essere inconsistenti, ma che in realtà hanno un peso notevole sulla nostra esistenza. Il film, quasi sovversivamente, ci dice che forse si può andare al cinema a vedere anche una serie di scene cortissime e slegate tra loro, ma appassionarsi ugualmente grazie all'intensità dei frammenti stessi.
Credo ci sia una cornice intorno a noi, un involucro, una confezione dorata che chiamerei la-vita-che-si-vede, all'interno della quale c'è la vita vera. Non quella che vediamo tutti i giorni, ma quella che avvertiamo tutti i giorni! Dentro questo involucro c'è quella che chiamerei la-vita-che-non-si-vede, e che è fatta di tutte quelle rapide sensazioni, percezioni sottilissime, che accastonate l'una sull'altra formano la nostra torre di Babele personale: un universo emozionale che solo i nostri pensieri e le nostre emozioni sanno sintetizzare.
No, non piacciono le critiche a questo film, che riunendo Del Toro e Penn, sceglie due degli attori più attenti ai tormenti dei propri personaggi. Insuperabili.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta