Regia di Alejandro González Iñárritu vedi scheda film
Il messicano A.Gonzàlez Inàrritu ha finora realizzato tre film AMORES PERROS, 21 GRAMMI e BABEL, imponendosi subito come uno dei più promettenti registi contemporanei. Con 21 GRAMMI ha fatto un’opera sostanzialmente melodrammatica sulla carta: un ex carcerato pentito del suo passato è diventato un fanatico religioso, ma una sera con la sua jeep investe e uccide un uomo e le sue due figlie, la moglie distrutta dal dolore imbocca la strada dell’autodistruzione e cerca vendetta con l’aiuto di colui a cui è stato trapiantato il cuore del marito. Le loro vite tragicamente modificate da questi eventi si intrecciano, entrano in rotta di collisione e ne escono profondamente mutate, qualcuno non ce la farà e nell’istante della morte perderà i 21 grammi di peso che danno il titolo al film. Gonzàlez Inàrritu mette da parte gli stilemi tipici del cinema melò sostituendoli con altri metodi: nella prima mezz’ora ci mostra tutti gli episodi salienti della storia in modo volontariamente destrutturato e depistante; registra le crisi, le emozioni vibranti dei protagonisti in maniera naturalistica senza forzature stando addosso con la cinepresa agli interpreti catturandone l’istintività e l’emotività della scena nei loro volti e nei loro gesti. Eccellente il lavoro sugli e degli attori: S.Penn nell’interpretare un uomo malato di cuore in attesa di trapianto poi trapiantato ma sempre insoddisfatto e fragile nei sentimenti gioca di sottrazione e vince meritatamente la Coppa Volpi alla Mostra del Cinema di Venezia; N.Watts la giovane moglie prima felice e poi disperata è bravissima nell’evitare cadute nel ridicolo e nel patetico; B.Del Toro nel ruolo di un uomo che ha ritrovato la fede ma che combatte quotidianamente per non ricadere in disgrazia avrebbe meritato l’Oscar come non protagonista molto di più di TRAFFIC.
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