Regia di Francesco Rosi vedi scheda film
Trasferta spagnola per Rosi, reduce dall'eccellente Le mani sulla città (1963) e già distintosi in precedenza per opere di tutto rispetto come I magliari (1959) o Salvatore Giuliano (1962). Per quanto il soggetto possa all'apparenza sembrare piuttosto distante da quelli delle sue precedenti opere, improntate essenzialmente alla denuncia dei mali sociali, in effetti a ben guardare anche in questo Il momento della verità il regista è fermamente intenzionato a raccontarci una storia di immigrazione e povertà, in un sud del Paese (la Catalogna) in cui l'arte di arrangiarsi, di inventarsi un mestiere e di farsi strada da sè sono gli unici mezzi per la sopravvivenza. La sceneggiatura del regista e di un team tutto iberico, formato da Pedro Beltran, Pedro Portabella e Ricardo Munoz Suay, purtroppo vive alti e bassi (con prevalenza dei secondi) e risulta frammentaria particolarmente a causa della discutibile scelta del regista di inserire lunghe e dettagliate scene di corrida nel corso della storia; i minuti iniziali, in puro stile documentaristico, sono forse la cosa migliore di tutto il film (la peggiore pare essere invece il duello finale). Fra gli interpreti, al di là del protagonista all'esordio e sconosciuto (e che tale rimarrà) Miguel Mateo, l'unico nome degno di nota è quello di Linda Christian; curiosamente l'ex marito (ormai defunto) Tyrone Power era stato il protagonista di quello che è senza dubbio il più famoso film sulla corrida: Sangue e arena. Dove la produzione va sul sicuro è invece nel cast tecnico: il montaggio è a cura di Mario Serandrei, le musiche sono di Piero Piccioni e la fotografia viene spartita fra tre grandi nomi: Pasqualino De Santis, Gianni Di Venanzo e Aiace Parolin (anche se probabilmente è il meno noto nel tris, fu comunque a lungo collaboratore di Pietro Germi). Suggestiva l'idea del titolo: il momento della verità è quello in cui lo sguardo del torero si incrocia con quello della bestia: quello dell'adrenalina pura, in cui occorre decidere in maniera perfetta e subito, a costo della propria vita. 5/10.
Miguel è senza lavoro: arriva a Barcellona e, quasi per caso, finisce nel giro delle corride. Diventa un buon torero, ma la sfida contro l'animale è sempre imprevedibile e pericolosa...
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