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La buena vida

Regia di David Trueba vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La buena vida

di sasso67
8 stelle

"NON C'E' COSA PIU' DIVINA..." I dolori (per la perdita dei genitori) e i palpiti amorosi del giovane Tristán sono al centro dell'opera prima di David Trueba, "fratello d'arte" (più grande e famoso di lui è Fernando). Raccontata con scanzonata ironia, la storia del ragazzino, rimasto solo con un nonno un po' rimbambito, si perde soltanto in qualche lungaggine centrale e in un finale posticcio che sembra raccattato da "Mary Poppins" o "Pomi d'ottone e manici di scopa". A parte questo, si assiste a un film di produzione ed ambizioni medie, con personaggi che riescono simpatici, anche se qualcuno di loro, come l'insegnante di buon cuore o la cugina scapestrata, rischiano lo stereotipo. Il protagonista Fernando Ramallo, ragazzino prodigio del cinema spagnolo (una specie di Silvio Muccino madrileno), è lo stesso di "Krámpack", e infatti quando si spaparanza sul divano, mentre nel videoregistratore va una cassetta pornografica, e si mette la mano dentro i pantaloni, viene spontaneo pensare "arieccolo, questo segaiolo!". Spiegazione del titolo di questo post: il giovinetto, da sempre innamorato della cuginetta Lucía, alla fine se la fa.

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