Regia di Michael Haneke vedi scheda film
Una coppia viene messa sotto la lente d'ingrandimento, seguendo con attenzione una serie di dialoghi che esprimono ogni tipo di sentimento e sensazione: dall'amore alla rabbia, dalla rassegnazione alla soddisfazione, dall'appagamento sessuale alla disperazione.
Frammenti di un discorso amoroso: Roland Barthes potrebbe non aver visto (eufemismo) questo film televisivo di Michael Haneke, uscito nel 1974, eppure delle affinità tra esso, che prende spunto da un testo teatrale di James Saunders, e la celebre opera del semiologo francese pubblicata tre anni più tardi, a tutti gli effetti ci sono. Ma il regista si ispira qui piuttosto a un altro francese, pensatore per immagini: Jean-Luc Godard, che viene esplicitamente citato nella didascalia di apertura e la cui idea di cinema riecheggia ripetutamente nel corso dell'ora e mezza di durata di questa pellicola. Haneke infatti porta sullo schermo un vero e proprio trattato di nevrosi di coppia contemporanea mettendo in scena una vasta scelta di brevi discorsi domestici tra un uomo e una donna; domande senza risposta, provocazioni, allusioni, dichiarazioni scioccanti, silenzi e incomprensioni sono le preoccupanti fondamenta su cui si basa il rapporto di coppia odierno – questo pare essere il succo di After Liverpool. Il titolo originale ...und was kommt danach? significa E cosa viene dopo?: forse non è l'opzione migliore per il lavoro, realizzato peraltro in maniera davvero spartana: un appartamento, due interpreti, una camera mossa il meno possibile e i dialoghi a farla da padrone su tutto. Questo anche perché il film nacque inizialmente come progetto radiofonico; la sceneggiatura reca la firma di Hilde Spiel, mentre i due attori in scena sono Hildegard Schmahl e Dieter Kirchlechner. Forse nasce qui, in questo suo esordio dietro la macchina da presa, l'idea di Michael Haneke per 71 frammenti di una cronologia del caso (1994). A intervallare, infine, le varie sequenze recitate, ecco che compaiono didascalie contenenti brevi citazioni di vari pensatori del Novecento, tra i quali ripetutamente troviamo i Beatles (!) – Liverpool, appunto – ma anche Adorno, Wittgenstein, McLuhan... e a sorpresa manca Barthes. In sottofondo, forse per ripristinare l'eterno dualismo del rock britannico degli anni Sessanta, c'è sempre e solo (I can't get no) satisfaction dei Rolling Stones. 5/10.
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