Regia di Takeshi Kitano vedi scheda film
Chi è Zatoichi? E' un samurai errante con l'attrattiva dell'Edipo moderno! Ma se per Edipo la ciecità era una punizione, per Zatoichi è un premio, che lo ha reso più sensibile a tutto quello che non si vede: suoni, odori...con questi "doni" gira per il Giappone, facendo strage dei malvagi. Zatoichi è un personaggio tipico della cultura orientale: il samurai cieco ramingo; così come la cultura occidentale anticamente subiva il fascino del cantastorie cieco, Omero che narrava Iliade e Odissea. Il succo della questione dunque, pare essere proprio il bipolarismo della ciecità, che arrichisce i meritevoli e affossa gli indegni.
Kitano sa esagerare con gli spargimenti di sangue, ottenuti con scarsi effetti speciali (non è quello che interessa in un film del genere), in questo è vicino a Tarantino: i suoi samurai, sono come quelli degli anime giapponesi, sono come Gemon; veloci come frecce, colpiscono il bersaglio con l'affilatissima katana e le vittime si ritrovano affettate in due senza nemmeno essersene accorte! Neanche a dirlo, il protagonista, il platinanto Zatoichi (unico anche nel colore dei capelli nella sua terra) è il solo che non conosce sconfitte e, oltre alla sua arte della spada, porta con sè un credo filosofico di grande lirismo: la punizione peggiore che infligge ai suoi nemici non è la morte, ma l'accecamento. E qui c'è il lato edipico della vicenda! Chi non è stato in grado di 'vedere' il modo giusto di vivere, viene punito con la ciecità, con una sorta di contrappasso dantesco. Ma mentre Zatoichi, che è un saggio, ha fatto di questa apparente invalidità la sua arma più grande, per questi empi sarà il più grave handicap.
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