Regia di Takeshi Kitano vedi scheda film
Vogliamo essere onesti? Senza la presenza (e il tocco magico) dell'impagabile Takeshi Kitano, questo suo "film di samurai" meriterebbe al massimo un paio di stelle. Sceneggiatura a dir poco elementare, personaggi appena abbozzati, colpi di scena fiacchi e assai poco sorprendenti, discutibile ricorso ad effetti speciali fin troppo artificiali e persino "cartooneschi", struttura spezzettata e frammentaria, una parte centrale che arranca faticosamente tra lungaggini e lentezze assortite... insomma: una pellicola mediocre a tutti gli effetti che meriterebbe una rapida stroncatura e un giusto oblio. Ma per fortuna c'è lui: il geniale regista/attore di "Sonatine", "Hana-bi" e del capolavoro "L'estate di Kikujiro" a riempire gli innumerevoli spazi vuoti nelle maglie di una sceneggiatura troppo sfilacciata e a dare una risposta ai tanti "perché" che il film pone. Takeshi Kitano... basta inquadrarlo di sbieco nella sua camminata curva e strascicata per riempire lo schermo ed illuminare un'opera altrimenti deludente: il regista giapponese, con "Zatoichi", mette in scena il suo ennesimo indimenticabile personaggio tenero, buffo, dimesso e autoironico (davvero esilaranti alcuni momenti del film), un paradossale esempio di invincibile perdente (lo so: è un ossimoro) nel quale è difficile identificarsi ma che è davvero impossibile non amare. E noi che, lo ammettiamo candidamente, amiamo il vecchio "Beat" senza riserve, alla fine salviamo "Zatoichi" dalla stroncatura aggiungendo una terza stella e saremmo tentati di aggiungerne persino una quarta per premiare un finale a dir poco straniante (nella sua totale assurdità) con balletto in vago stile "Bollywood"... ma francamente sarebbe un po' troppo: voto sufficiente.
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