Regia di Takeshi Kitano vedi scheda film
Il ronin(samurai che è rimasto senza padrone e offre i propri servigi) è un elemento di fascino consistente per il cinema, e in una stagione in cui una katana che velocissima fende carni e fa zampillar sangue appare in molti film,era impossibile che non arrivasse un film che narra di regole di samurai,scontri all'arma bianca,e faide annose tra guerrieri di valore e di mezza tacca.Takeshi Kitano presenta un film avventuroso,con rapidissimi tocchi umoristici(alcuni veramente divertenti,come l'istruzione di tre aspiranti combattenti a suon di bastonate in testa), e creando ai personaggi principali un passato, o delle motivazioni, decisamente drammatiche:sospeso tra accelerazioni da cartoon e dilatazione dei tempi narrativi molto nipponica,"Zatoichi" ricorda nel canovaccio,ma senza implicazioni religiose che non gli apparterrebbero,"Il cavaliere pallido" di Clint Eastwood,e ancor più in là,"Il cavaliere della valle solitaria" con un personaggio di cui sapremo il meno possibile a fungere da deus ex-machina ,liberatore di una comunità oppressa da lotte di potere tra schieramenti:Kitano ,che ha curato anche l'eccellente montaggio, cuce insieme una favola pregna di una violenza parossistica,che ,nel finale in cui esplodono danze e musicalità,sembra voler auspicare una società che la voglia di vivere fa sì che assembli elementi di ogni tipo e caratteristica,in un'accettazione totale che porta a una felice integrazione.Un film bello,che ha il difetto di una lieve macchinosità nella parte appena precedente lo scioglimento della trama,ma che risulta essere una potente espressione visiva.
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