Regia di Bruno Dumont vedi scheda film
"Lavoro molto per far sparire tutto ciò che potrebbe far passare un messaggio o un'idea. E' l'azione che mi interessa, perché non c'è intenzione, riflessione. L'intelligenza mi nausea."
- Bruno Dumont -
Purezza. Spiriti liberi nel pianeta sbagliato. La libertà dell'emozione e del sentimento, senza maschere e senza catene, che si abbraccia, si penetra e si distrugge. Precipitare nella quotidianità, schiantarsi nella carne, nel destino, nell'humanité. Spalancare gli occhi - Dumont ci graffia, ci spinge, ci sveglia : ci aiuta. Rigenerarsi. Risorgere dalle ceneri della settima arte. Brutalità indispensabile. Lontani dalle carezze, lontani dai sogni, lontani dalla luna, vicini all'asfalto, vicini all'uomo, vicini alla vita, attaccati al cinema - Il Cinema. Il candore, la limpidezza del bene e del male - oltre Dio, hors Satan. Violentati dalla visione - Twentynine Palms ci sfida, Dumont lo sa ; egli crede nelle capacità dello spettatore, crea film per lo spettatore. Il regista ci scaraventa sul ring del mondo, ci mette a confronto con la nudità [Eros & Thanatos, Dolcezza & Asprezza] dei personaggi, della storia, del pianeta, dell'esistenza. Tutte le (banali) domande e tutti i perché (non solo) cinematografici vengono divorati dall'immediatezza e dalla potenza del Rappresentabile, affinché la mente dello spettatore ritorni vergine, spiazzata, spezzata. Sostanzialmente, la linearità dello stereotipo filmico, con tanto di messaggi e idee che il film, a fine visione, dovrebbe lasciare al pubblico, appartengono al concetto castrante del [cinematograficamente] Reale, comune - l'assuefazione alle regole del cinema, di Hollywood -, che, insieme alla consueta e vincolante componente dell'equilibrio temporale che cronologicamente, attraverso ricordi/flashback, forniscono tutte le risposte allo spettatore, lasciano spazio alla crudezza dell'immagine - l'istante del terrore, orrore senza passato e futuro, la bestialità del presente, del momento infinito, l'immediatezza dello shock - tutto senza un sottotesto, estirpando le radici che spiegano il motivo di quella determinata Reazione - in Twentynine Palms le Reazioni [dei protagonisti] perdono, paradossalmente, il loro significato ; tutto diventa Azione effimera, perpetuata nell'eternità di quell'attimo, cosicché lo spettatore rimanga attivo, si sorprenda in continuazione, è stimolato perennemente, lontano dall'inutilità e dalla sterilità della "spiegazione". Non servono delucidazioni, non ci sono "punti di partenza" ; si passa dall'implosione emotiva all'esplosione sessuale, da un sorriso ad uno stupro, dalla vita alla morte. Ecco cosa fa il regista : raffigura brutalmente la purezza di situazioni estreme, lontane dall'intellettualismo e dai preconcetti hollywoodiani. E' un cinema fatto di anticorpi - rafforzante, esorcizzante, catartico, unico. Twentynine Palms è un'opera devastante, nervosamente atemporale, sorprendente nella sua disarmante omogeneità, ipnotica nella sua animalesca schiettezza. Quella di Katya e David, è una straordinaria storia d'amore o è solo una questione di soddisfare gli istinti sessuali? E' abitudine o passione? Gelosia sincera o stanchezza sentimentale? Allo spettatore non è dato sapere, non è necessario. La Purezza della Visione sarebbe contaminata, interrotta.
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