Regia di Marco Bellocchio vedi scheda film
Marco Bellocchio affronta un argomento spinoso, che avrebbe fatto tremare i polsi a chiunque come il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro da parte delle Brigate rosse, e ne esce a testa alta. "Buongiorno notte" é una ricognizione sul nostro passato che dice molte cose anche sul nostro presente. Ispirandosi seppur liberamente al libro "Il prigioniero" della ex terrorista Braghetti, il regista emiliano si concentra sulla dimensione privata dei terroristi, lascia intravedere solo rapidi squarci del processo delirante intentato allo statista della DC, dà spazio alla dimensione onirica del personaggio di Chiara, la protagonista del film che é un alter ego della Braghetti, ricrea l'atmosfera dell'epoca attraverso numerosi interventi della televisione in sottofondo alle azioni quotidiane che si svolgono nell'appartamento. Si tratta di un'opera personale, matura e ben risolta, di cui a limite si potrebbero discutere certi particolari o certe "licenze poetiche" che si prende il regista come l'inserimento di un personaggio (Paolo Briguglia) che ha scritto un copione sul rapimento di Moro senza sapere che Chiara stessa é la carceriera, e che risulta alquanto improbabile, ma per il resto non è lecito discutere sulla buona fede del regista e sul rilievo così umano che é riuscito a trasmettere ai suoi personaggi. Memorabile il finale con la proiezione onirica di Moro che cammina libero per le vie di Roma accompagnato dalle musiche dei Pink Floyd, sapientemente alternato nel montaggio alle immagini dei politici al suo funerale: Bellocchio ritrova il potere di denuncia dei suoi film migliori senza quasi mai calcare la mano sulla ricerca di effetti drammatici superflui. Ottima l'interpretazione di Maya Sansa, probabilmente la migliore della sua carriera, che rende perfettamente evidente il terrore da cui é sopraffatto il suo personaggio; fra i caratteristi si apprezza la presenza di Piergiorgio Bellocchio, il terrorista che va in crisi perché non può fare sesso con la fidanzata, e verrebbe da chiedersi come mai questo attore non sia riuscito a lavorare al di fuori dei film realizzati dal padre, mentre forse un po' sbrigativa la figura di Mariano, interpretato da Luigi Lo Cascio, in cui è adombrato il terrorista Moretti. All'epoca fu un importante successo anche di pubblico e merita di essere riscoperto per le nuove generazioni, tra i film più compatti ed incisivi della fase matura del regista.
Voto 8/10
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