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Buongiorno, notte

Regia di Marco Bellocchio vedi scheda film

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La recensione su Buongiorno, notte

di sasso67
8 stelle

Dare un giudizio su un film come questo è molto difficile, per la materia trattata (una ferita ancora aperta e sanguinante della nostra storia) e per il modo con cui vi si accosta il regista. In realtà è proprio difficile, almeno secondo me, dare un giudizio sui film di Bellocchio, anche se alcuni possono essere senz'altro catalaogati sotto la categoria critica della "minchiata". Non è il caso di "Buongiorno, notte", un film che spiazza, fa riflettere ed in alcuni momenti sinceramente emoziona: è vincente, pur se forse un po' facile, la scelta di sottofondare le immagini di repertorio dei funerali di Moro con le note struggenti di Shine On You Crazy Diamond dei Pink Floyd. E a questo punto va detto che se alcuni hanno a ragione accusato Bellocchio di avere troppo umanizzato i terroristi (del resto il soggetto è tratto da un libro della brigatista Anna Laura Braghetti, cha fa da modello a Chiara), di certo il regista non è stato tenero con la classe politica dell'epoca, in particolare con il gruppetto di potere facente capo ad Andreotti (con tutto il rispetto per l'uomo, suonano grottescamente ipocrite le parole pronunciate dall'allora vicesegretario della DC Galloni). L'unico che pare salvarsi è Luciano Lama, all'epoca leader della CGIL, che in un comizio sindacale prende nettamente le distanze da questi "professionisti del terrorismo", suscitando lo sconforto dei brigatisti che lo guardano in TV. Alla fine dei conti si deve considerare che "Buongiorno, notte" è pur sempre un film, cioè uno spettacolo, e come tale deve essere giudicato, ed è per questo che dico che secondo me è uno spettacolo valido, uno dei film migliori dell'ultimo Bellocchio (non ho visto "L'ora di religione", ma "La balia" è davvero poca cosa) e della nostra povera cinematografia nazionale. In sostanza ci dice che in una situazione esacerbata come quella del 1978 - e forse anche in quella attuale, pare suggerire il regista - l'unica soluzione positiva è possibile nel sogno, tema che ricorre nei film di Bellocchio. Gli attori sono tutti discretamente bravi, giovani (Maya Sansa, Paolo Briguglia, Pier Giorgio Bellocchio), maturi (Lo Cascio ormai non è più un ragazzino) e vecchi (Herlitzka, come al solito sobrio e misurato). Una volta tanto Bellocchio non fa la sua lezioncina spocchiosa e convince, anche se non convincono le polemiche sorte dopo l'esclusione del film dalla lista dei premi dal Festival di Venezia dell'anno scorso: evidentemente e semplicemente c'era un film migliore.

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