Regia di Marco Bellocchio vedi scheda film
Strana la vita, quando sono uscito dalla proiezione del film mi sono sentito come un giurato di Venezia; ero confuso, spiazzato, effettivamente il film non era meritevole del Leone. Non dico che il film sia brutto ma nemmeno bellissimo. Attendevo moltissimo questo film un pò per la tematica ma soprattutto per Bellocchio che da "La Balia" è andato in levare come regista.
E difatti come regista raggiunge vette altissime come la rappresentazione dei sogni di Maya Sansa visti come i film sovietici degli anni 20 (Comunismo-Utopia-Sogno) oppure l'intensità emotiva che ci regala la lettura della lettera di Moro alla moglie comparata alla lettera del padre partigiano della brigatista alla moglie. Purtroppo il lato debole del film sono proprio loro "I Brigatisti" rappresentati come un gruppo di sfigati che si riempono la bocca con le frasi fatte dalla retorica del tempo. Posso capire l'intento di rappresentare il lato umano delle brigate rosse ma mi viene difficile credere che uomini che hanno smanie addolescenziali perchè non vedono la fidanzate da tempo oppure sono preoccupati della scomparsa dei propri canarini siano stati capaci di rapire lo statista più importante del momento e ucciso così ferocemente la scorta.
Ad avvalorare di più la mia sensazione è l'interpretazione magnifica di Roberto Herlitzka (Lui sì che si meritava il premio) che ci dà un Aldo Moro Vero,Forte e consapevole, non per niente Bellocchio gli regala la battuta più densa del film "Se mi ucciderete io diventerò un martire e voi sarete gli assassini". Come aveva ragione!
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