Regia di Mario Bava vedi scheda film
Nessuna ricchezza, nella città di Clerville, può dirsi al sicuro. Ove non arrivano il crimine ordinario, la corruzione e l'inettitudine dei governanti locali, là giunge il ladro Diabolik. Grazie alle sue risorse, la furbizia, la decisione e l'indispensabile aiuto della sua donna e complice, Eva Kant, il malvivente riesce a beffare ripetutamente l'ispettore Ginko, uomo di legge che ha dedicato la sua carriera ai tentativi di arresto dell'inafferrabile bandito. Diretto da Mario Bava, maestro dell'horror italiano, "Diabolik" ha come protagonista l'omonimo personaggio dei fumetti creato dalle Sorelle Giussani e trae ispirazione dalle vicende raccontate in alcuni albi. La trama del film è poca cosa; in una serie di colpi, Diabolik rischia molto, ma riesce in ogni caso a portare nel suo sontuoso rifugio sotterraneo pelle e bottino ... almeno, forse, fino all'ultimo. Nulla ci viene spiegato circa le origini del ladro, le sue motivazioni, come nasce la sua storia con Eva. Da quanto vediamo su schermo, Diabolik e la sua donna rubano per poter finanziare i beni e gli strumenti con i quali portano a termine i furti; ma anche per amore del denaro, delle pietre preziose, del lusso fine a sè stesso. Diabolik, interpretato dall'attore statunitense John Phillip Law, è un tipo taciturno, ma assolutamente non malinconico; esprime, anzi, voglia di vivere, passione, amore per la compagna, la provocante Eva - nei (succinti) panni della quale recita l'attrice austriaca Eva Mell - la quale fa uso del suo fascino per facilitare le attività criminose della coppia. Michel Piccoli è l'ispettore Ginko; benchè destinato a subire una sconfitta dietro l'altra, non è un personaggio negativo. Agisce secondo condivisibili principi etici, a differenza dei suoi superiori e dei membri del governo dell'immaginaria città di Clerville, incapaci e preoccupati più della forma che della sostanza. Ne è un esempio il personaggio politico interpretato dall'attore inglese Terry Thomas, destinato ad essere più volte beffato da Diabolik. Di rilievo, infine, la presenza di Adolfo Celi nel ruolo di Valmont - prepotente boss amante del lusso ed inutilmente feroce, circondato da una corte di leccapiedi - il quale cerca un'alleanza con la polizia pur di liberarsi dell'ingombrante presenza di Diabolik. Il ritmo del film è molto sostenuto, benchè la trama sia un po' sfilacciata. La tensione soffre di un piccolo calo nella seconda parte. Varie e piacevoli le scenografie, curate da Carlo Rambaldi, tra le quali spiccano le ricostruzioni del rifugio della coppia di furfanti ed altri interni, tratteggiati secondo dettami della pop art; degni di nota anche i costumi, in particolare i fantasioso vestiti di Eva. Tra le sequenze più interessanti, quella che mostra il "ritrovo hippie" prima dell'irruzione della polizia e quelle dedicate al Diabolik prigioniero - simbolicamente - dell'oro, in corrispondenza dell'epilogo. Vivace e varia è la colonna sonora, di Ennio Morricone. Impossibile non effettuare un confronto tra quest'opera ed il "Diabolik" realizzato dai Manetti Bros nel 2021. I fratelli registi prediligono atmosfere noir, curano una certa introspezione del personaggio, conferiscono alla narrazione un ritmo molto più lento. Il film diretto da Mario Bava è invece uno spettacolo per gli occhi e per le orecchie, tiene acceso l'interesse grazie ai tanti piccoli dettagli - molto interessanti stratagemmi e risorse a disposizione della "coppia diabolica"; si percepisce l'influenza dei vari episodi di "007" - ma soffre leggermente la superficialità della trama ed una incompleta caratterizzazione dei personaggi. Benchè abia gradito la riduzione del 2021, devo dire che con il film del 1968 mi sono divertito di più !
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