Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film
Dopo il successo di Il generale Della Rovere Rossellini torna ad occuparsi delle miserie e dei drammi della guerra con il consueto ed autentico impegno civile del suo cinema, tratteggiando questa volta, con toni accorati, epiche movenze e sguardo appassionato, la vicenda della popolana romana Esperia (Giovanna Ralli), nella cui abitazione si rifugiano, dopo l'armistizio del 1943, tre soldati (un americano, un inglese ed un russo) evasi da un campo di concentramento ed accolti, in cambio di un po' di cibo, dalla donna, che li nasconde nella soffitta della sua casa mettendo a repentaglio la propria incolumità. Evocando con potente suggestione visiva l'atmosfera di terrore che gravava sulla Roma occupata dai nazisti del 1943, Rossellini compone un affascinante poema sulla solidarietà umana e la fratellanza tra i popoli, scritto da Sergio Amidei, Diego Fabbri, Brunello Rondi e dallo stesso regista con qualche eccesso moralistico e qualche bagno di retorica di troppo ma con un'indubbia ed efficace resa spettacolare, giocata interamente sull'ambientazione notturna (impeccabili la fotografia di Carlo Carlini e le scenografie curate da Flavio Mogherini) e la disinvoltura e la scioltezza dello stile, con l'uso innovativo dello zoom, il ritmo travolgente della narrazione e la sapiente direzione degli attori (tra cui spiccano le prove di Renato Salvatori, Leo Genn, Paolo Stoppa, Enrico Maria Salerno, Laura Betti, Rosalba Neri, oltre, naturalmente, alla protagonista, a cui Giovanna Ralli dona vitalità espressiva e spontaneità di gesti). Non un capolavoro, senza dubbio, ma, nella sterminata filmografia rosselliniana, un'opera sicuramente da riscoprire.
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